Stato islamico: ucciso Peter Kassig

Un nuovo video di una decapitazione è stato diffuso via internet dai militanti dello Stato islamico La vittima è il cooperante statunitense Peter Kassig, 26 anni. Era stato rapito il primo ottobre dello scorso anno mentre si recava a Deir Ezzoir, dove era impegnato come operatore umanitario. La prima volta era partito per la prima volta per il Medio Oriente come soldato. Nel video, che dura quasi 16 minuti ed è stato pubblicato sui social network, compare un militante vestito di nero con il volto coperto in piedi davanti a diverse teste tagliate tra cui sostiene che ci sia anche quella dei Kassig. Nelle immagini viene mostrata anche quella che appare essere una decapitazione di massa di soldati siriani catturati, vestiti di blu e disposti in fila. Il mese scorso, la famiglia di Kassig aveva comunicato di aver saputo da un ex ostaggio che il figlio si era convertito all'islam, prendendo il nome di Abdul-Rahman Kassig. A inizio novembre diversi amici siriani del cooperante si erano riuniti a Tripoli, nel nord del Libano, dove hanno tenuto una conferenza stampa per chiedere il suo rilascio. La sua uccisione era stata minacciata ad ottobre, nel video nel quale l'Is mostrava la decapitazione dell'ostaggio britannico Alan Henning. Al momento non è possibile confermare con certezza che sia davvero Kassig l'ostaggio ucciso che viene mostrato nel video. Il militante dello Stato islamico che compare nel girato in cui annuncia la decapitazione dell'ostaggio statunitense parla con un chiaro accento britannico, come nei video precedentemente diffusi. Il militante minaccia i militari Usa, dicendo che andranno incontro a una fine simile, e spiega che Kassig è stato ucciso perché, quando era soldato, “ha a combattuto contro i musulmani in Iraq”. Dopo aver servito come soldato, Kassig formò l'organizzazione “Special Emergency Response and Assistance” (Sera), in Turchia, per fornire aiuto ai rifugiati siriani. Nel 2012 iniziò a fornire cibo e aiuti medici ai campi profughi. Era inoltre un assistente medico qualificato, fornì assistenza ai siriani feriti e contribuì alla formazione di 150 civili. Questa volta nel video si identifica la località dell'uccisione: è Dabiq, piccola città siriana nella provincia di Aleppo, vicino al confine con la Turchia.