Alvaro del Portillo proclamato beato a Madrid

Circa 300.000 persone di oltre 80 Paesi hanno assistito alla cerimonia di beatificazione di mons. Alvaro del Portillo, successore di S. Josemaria Escrivà e primo Prelato dell’Opus Dei, presieduta a Madrid dal prefetto della Congregazione per le cause dei santi card. Angelo Amato. Con il porporato hanno concelebrato all’altare l’arcivescovo di Madrid, card. Antonio M. Rouco, e l’attuale Prelato, mons. Javier Echevarrìa, oltre a 17 cardinali e 170 vescovi di tutto il mondo. Nella spianata di Valdebebas oltre 3.500 volontari hanno aiutato i fedeli prima, durante e dopo la cerimonia, iniziata con la lettura da parte del vicario generale dell'Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, del messaggio inviato dal Pontefice. Francesco, tra l’altro, ha ricordato che a Madrid il nuovo beato incontrò S. Josemaria «dal quale imparò a innamorarsi di Cristo ogni giorno di più. Sì, innamorarsi di Cristo. Questo è il cammino di santità che deve percorrere ogni cristiano: lasciarsi amare dal Signore, aprire il cuore al suo amore e permettere che sia lui a guidare la nostra vita. Mi piace ricordare la giaculatoria che il servo di Dio era solito ripetere, specialmente nelle feste e negli anniversari personali: "grazie, perdono, aiutami di più!". Sono parole che ci avvicinano alla realtà della sua vita interiore e del suo rapporto con il Signore e che possono, inoltre, aiutarci a dare nuovo slancio alla nostra vita cristiana». «Alvaro del Portillo - ha proseguito il Papa - era consapevole dei tanti doni che Dio gli aveva concesso e lo ringraziava per quella dimostrazione di amore paterno. Però, non si fermò lì; il riconoscimento dell'amore del Signore risvegliò nel suo cuore desideri di seguirlo con maggiore dedizione e generosità e di vivere una vita di umile servizio agli altri. Conosceva bene il bisogno che abbiamo della misericordia divina e spese molte energie per incoraggiare le persone con cui entrava in contatto ad accostarsi al sacramento della confessione, sacramento della gioia. Com'è importante sentire la tenerezza dell'amore di Dio e scoprire che c'è ancora tempo per amare». Secondo il Pontefice, il messaggio di mons. del Portillo «ci incoraggia a non temere di andare controcorrente e di soffrire per l'annuncio del Vangelo. Ci insegna infine che nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità». Parole a cui fanno eco quelle pronunciate dal card. Amato durante l’omelia, in cui ha sottolineato la profonda umiltà del beato. «Non una umiltà aspra, appariscente, esasperata, ma amabile, gioiosa» riconoscimento «dei nostri limiti ma anche della nostra dignità di figli di Dio». Il porporato ha concluso affermando che «è questa la consegna che fa a noi oggi il beato Alvaro del Portillo "Pastore secondo il cuore di Gesù, operoso ministro della Chiesa". Ci invita a essere santi come lui, vivendo una santità amabile, misericordiosa, gentile, mite e umile. La Chiesa e il mondo hanno bisogno del grande spettacolo della santità, per bonificare, con il suo buon profumo, i miasmi dei tanti vizi ostentati con arrogante insistenza. Abbiamo oggi più che mai bisogno di una ecologia della santità, per contrastare l’inquinamento del malcostume e della corruzione. I Santi ci invitano a immettere nel seno della Chiesa e della società l’aria pura della grazia di Dio, che rinnova la faccia della terra». Dopo la solenne formula di beatificazione pronunciata dal cardinale Amato alle 12.24, è stata scoperta l'immagine del nuovo beato di cui si celebrerà la festa il 12 maggio. Un altro momento importante è stato quello della deposizione sull'altare delle reliquie, portate dalla famiglia Ureta Wilson, il cui figlio José Ignacio fu curato miracolosamente per intercessione del nuovo beato. Al termine della cerimonia mons. Echevarrìa ha chiesto ai presenti una preghiera speciale «per le nostre sorelle e i nostri fratelli che, in diverse parti del mondo, subiscono la persecuzione e anche il martirio a causa della fede».