Lady Diana e Dodi Al Fayed morti sotto i flash dei fotografi
PARIGI - Nel tunnel della morte sotto Place dell’Alma, in quel tratto di Lungo Senna che ti porta alla Torre Eiffel, c’è già il cenotafio dedicato alla principessa triste, protagonista e vittima di una delle favole più drammatiche di questo fine Millennio. Appare quasi irreale l’alba in questo spicchio della Ville Lumiere abituato a brillare di mondanità anche se nella stessa Parigi e nel, mondo accadono eventi luttuosi.Ma quello schianto terrificante nel sottovia, quel groviglio dilaniante di lamiere che stronca vite e speranze, sogni e amori progetti per un futuro e rancori di un passato è come un elettrochoc sulla notte parigina che segna l’ultimo week-end di Lady D in fuga con il suo ultimo amore Dodi Al Fayed inseguiti da un nugolo di «paparazzi».L’impatto della potente Mercedes 600 contro il pilone di cemento, il primo di una fila che divide in due corsie il sottovia, ha l’effetto di una bomba. Muore subito il ricco e potente magnate egiziano. Respira ancora la principessa del Galles, non dà segni di vita l’autista, si lamenta la guardia del corpo seduta sui sedili anteriori. In pochi attimi è la fine di tutto. E su questo «tutto» lampeggiano implacabili i flash dei fotoreporter inseguitori. L’ultimo atto della tragedia a Londra, dove ieri sera vengono portati i feretri con le salme di Diana e Dodi. Funerali di Stato per la principessa infelice, mentre per il ricco uomo d’affari cerimonia nella moschea di Regents’s Park. La grande corsa dell’ex moglie di Carlo d’Inghilterra e Dodi iniziata sabato mattina in Sardegna, da sequenze di dolce vita diventa dramma indicibile. La fuga, poco prima di mezzanotte, dall’Hotel Ritz di Place Vendome (albergo di proprietà della famiglia Fayed è difesa disperata della loro privacy). Forse la coppia vuole nascondere ai fotografi, che stazionano davanti all’hotel il posto dove trascorrerà la notte in attesa della partenza di Diana per Londra fissata per domenica mattina. Probabilmente vogliono raggiungere lo splendido «hotel-particulier» che Dodi possiede nel 16/mo arrondissement. Ma la potente autovettura nera, cinquemila di cilindrata, nell’infilarsi nel sottovia a velocità elevatissima per sfuggire ai fotografi in moto, in una curva a sinistra imbocca in pieno il «pilastro e poi si accartoccia contro la parete del sottovia. Si chiude a fisarmonica tutta la parte anteriore della macchina stritolando tutto quello che c’è all’interno. Il clacson suona a lungo e dalle lamiere spuntano gli air-bag gonfiati. Ma dentro l’autovettura c’è solo morte e strazio. Nel punto dell’impatto, dopo la rimozione della Mercedes diventata ammasso informe di ferraglia; all’alba appaiono già dei mazzi di fiori dedicati ai fidanzati segreti. Dalla notte è ancora lì una coppia di turisti americani tra i primi ad accorrere e dopo il terrificante schianto. «Usciva del fumo dal relitto, il clacson ha continuato a suonare per un paio di minuti - spiega Ioanna Luz - poi si è spento. Penso che fosse il corpo dell’autista che lo schiacciava». Accanto al conducente la guardia del corpo (unico sopravvissuto) e sui sedili posteriori i corpi straziati di Diana e Dodi, ultimo uomo di una vita tormentata della trentaseienne ex maestra d’asilo che non aveva trovato l’amore a fianco dell’erede al trono più prestigioso di tutta la terra. Arrivano i primi soccorsi nel tunnel della morte ma occorre tagliare le lamiere per tutta la lunghezza della macchina per ottenere un varco attraverso il quale far passare i corpi. Non danno segni di vita il magnate egiziano e l’autista. La principessa ha il torace schiacciato ma respira anche se è senza conoscenza, grida aiuto la guardia del corpo. Oltre un’ora di lavoro per portare via i feriti e subito una corsa verso l’ospedale della Pitié Salpetriere, a sei chilometri dal luogo dell’incidente. Ma il cuore di Diana, a causa di una fortissima emorragia interna, cessa di battere subito dopo l’arrivo in sala operatoria. «Abbiamo rapidamente proceduto ad aprire il torace - spiega il primario del reparto di terapia intensiva professor Bruno Riou - evidenziando una grave rottura dell’arteria polmonare sinistra. Abbiamo riparato la vena e per due ore abbiamo tentato con massaggi esterni e diretti sul cuore, ma non è stato possibile ristabilire la circolazione sanguigna». Oltre all’emorragia lady Diana ha un trauma al cranio, la rottura di un braccio e gravi ferite ad una gamba. Alle 4,15 di mattina l’agenzia France Presse annuncia al mondo, con un flash di una sola riga, «La principessa Diana è morta». È in una sala de «La Pitié-Salpetriere» che viene allestita nel pomeriggio la camera ardente per la principessa triste. Nel tardo pomeriggio vi arrivano l’ex marito Carlo d’Inghilterra e le sorelle di Diana, Lane e Sarah. Appare provato il principe di Galles all’ingresso del padiglione dove viene ricevuto dal presidente Chirac e dalla moglie Bernadette. Poco prima delle 7 il principe ereditario si accinge a far ritorno in patria con un aereo a bordo del quale c’è anche la salma della ex consorte. La grande caccia parigina ai due amanti non più segreti inizia nella prima serata di sabato sui Campi Elisi dove Diana si reca per fare degli acquisti, forse regali da portare l’indomani ai figli in Scozia. La principessa del Galles è con Dodi a bordo di una Merecedes del Ritz (non la stessa dell’incidente) ma l’autista riesce a seminare i paparazzi. La coppia fa ritorno in albergo dove decide di cenare e passare una parte della serata. Davanti al «Ritz», però, è sempre assedio dei fotografi. Prima di mezzanotte la tragica gimkana. Escono alcune Mercedes con i vetri opachi, macchine civetta per ingannare i paparazzi. Ma è inutile. Esce l’auto-bersaglio ed è subito inseguimento. Da Place Vandome la macchina, tallonata dai fotografi in moto, gira su rue Cambon, attraversa Place de la Concorde e sfreccia verso la morte. IN VENDITA LA FOTO DI DIANA ANCORA AGONIZZANTE Ma perché quell’auto correva in quel modo? E dove era diretta la coppia? Molto probabilmente la coppia non voleva essere seguita perché diretta verso l’antica dimora che ospitò il duca di Windsor e Wally Simpson, l’americana non di sangue blu divorziata. Il rapporto tra i due costrinse Edoardo VIII (il duca di Windsor) ad abdicare. E la coppia fotografata proprio davanti alla villa avrebbe scatenato invitabilmente nuove polemiche. E forse in questo momento non era nelle intenzioni di Diana scatenare, nuove polemiche con la famiglia Reale. L’ipotesi trova credito anche perché Mohamed al Fayed, il padre di Dodi, ha affittato alcuni anni fa, alla periferia di Parigi, la villa per una cifra simbolica, poche migliaia di franchi al mese, in cambio però il Comune ha chiesto una completa ristrutturazione dell’edificio. Ed è quanto è stato fatto. E quella residenza rinnovata poteva essere il nido d’amore per la coppia. Ipotesi in attesa di conferme che comunque non alimenteranno le polemiche. Il sangue di Diana e del suo amante le hanno cancellate per sempre. Oggi semmai fa più discutere e indignare il mercato sulle foto di Diana agonizzante. Uno scoop miliardario in vendita. L’editore di un giornale inglese ha riferito di aver rifiutato l’offerta di un fotografo francese che aveva cercato di vendere per 570 milioni di lire le immagini di Diana morente intrappolata tra le lamiere. E anche dagli Usa giungono notizie di offerte in cambio di somme enormi. Diranno tutti no? Difficile dire se il mercato mondiale dell’informazione rinuncerà a questa esclusiva.