Russia, rogo in ospedale psichiatrico: 38 morti

Mosca - Sono almeno 38 le persone che hanno perso la vita a causa di un violento incendio divampato durante la notte in un ospedale psichiatrico di Ramensky, cittadina della regione di Mosca situata una quarantina di chilometri a sud-est della capitale russa. Secondo quanto riferito da fonti del ministero federale della Sanità, nel complesso erano 41 i presenti, tra cui tre infermiere: due sono morte insieme a 36 pazienti, asfissiati dal fumo nei loro letti o comunque rimasti intrappolati all’interno dell’edificio le cui finestre erano sprangate da sbarre di ferro. Per ragioni ancora da accertare, il rogo si è innescato sul tetto della struttura, parzialmente in legno, e da lì si è rapidamente propagato ai locali sottostanti. Il sistema di allarme è entrato regolarmente in funzione, ma la maggior parte degli ospiti non ha sentito le sirene poiché erano stati somministrati loro forti sedativi. Solo una delle infermiere, svegliatasi in tempo, è riuscita a fuggire portando in salvo con sè una donna e un giovane: sono gli unici superstiti. A oltre un centinaio di vigili del fuoco sono occorse diverse ore per estinguere le fiamme e intraprendere le operazioni di ricerca tra le macerie semi-carbonizzate: i cadaveri recuperati finora ammontano ad appena dodici. Immediate le polemiche sulla lentezza dei soccorsi e sull’inadeguatezza delle misure di sicurezza, circostanze tragicamente comuni in Russia: il Comitato Investigativo della Federazione, principale organo inquirente che dipende direttamente dal Cremlino, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta penale per omicidio colposo plurimo.