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Esperti del «cyber» sempre più richiesti: ecco il rapporto Censis-Iisfa

L’aumento degli attacchi informatici influenza le condotte di vita degli italiani e le aziende hanno difficoltà nella ricerca di lavoratori nel campo Ict. È la fotografia scattata dal Rapporto Censis-Iisfa (Associazione Italiana Digital Forensics), «Il valore della Cybersecurity in Italia. La sicurezza informatica garanzia di benessere e libertà», presentato al Senato e promosso da Assocomunicatori. Nel 2022 gli attacchi informatici a infrastrutture sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente (+138%) così come i reati informatici denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Forze di Polizia nell’arco di dieci anni, soprattutto a Milano e Roma. Infatti, nel corso dell’ultimo anno al 76,9% degli italiani è capitato di imbattersi almeno in una minaccia informatica, tanto da essere per il 62,9% di loro fonte di ulteriore preoccupazione rispetto all’attuale situazione di crisi. «Serve una nuova cultura digitale – ha dichiarato Gerardo Costabile, Presidente di Iisfa e Ad DeepCyber (Maggioli Group) – Occorre consolidare una cybersicurezza nazionale che renda i cittadini sempre più consapevoli dei rischi, mentre le aziende sono chiamate a coinvolgere tutta la popolazione nella formazione sul tema».

Nel 2022 le imprese italiane con 10 e più addetti che hanno avuto un problema di sicurezza Ict sono state il 15,7%, mentre il 20,6% degli italiani è stato testimone di almeno un attacco informatico sul proprio luogo di lavoro. A giugno 2022, le imprese antihacker hanno raggiunto la quota di 3.147. Secondo Giuseppe De Rita, Presidente del Censis: «Ci sono segnali nella società italiana che indicano la diffusione di posture difensive, talvolta inconsapevoli, contro gli effetti malevoli del cybercrime e degli attacchi informatici, oramai una costante dell’attuale fase storica. Su questa reazione sociale dal basso occorre lavorare per accrescere la consapevolezza sul cyber risk e per creare le condizioni affinché i livelli di protezione crescano anche tra le componenti della popolazione più vulnerabile per condizione sociale, culturale o anagrafica».

  

Inoltre, il 52% delle imprese non riesce a trovare figure professionali nel campo delle tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione, in particolare il Cyber Security Specialist, indicato tra le figure emergenti più legate alla transizione digitale nelle previsioni di fabbisogni occupazionali e professionali a medio termine.