SPERPERI

M5S flop, casse dello Stato dissanguate pure dal Reddito di cittadinanza

Gaetano Mineo

Non è solo il Superbonus 110 per cento a dissanguare le casse dello Stato, perché anche il Reddito di cittadinanza fa la sua parte da leone. Due misure targate Cinquestelle, con regole e risultati quanto meno discutibili e che hanno erogato denaro pubblico per decine di miliardi di euro. E così, per evitare la bancarotta, Giorgia Meloni ha messo mano a una misura alternativa al RdC. Il governo, infatti, lavora a una riforma che potrebbe lasciare spazio alla Mia, ovvero la Misura di inclusione attiva, un sussidio di minore durata pensato per due tipologie di fruitori, occupabili o meno. Il flop del Reddito di cittadinanza è sancito dalle cifre. A cominciare dall’esigua percentuale di disoccupati che ha trovato lavoro. Mentre la restante quota con i soldi che percepiranno questo mese, compie quattro anni di puntuale ricarica dell’oramai famosa «carta gialla». Per meglio capire, secondo i dati Inps, a gennaio 2023 il RdC ha interessato oltre un milione e 160 mila nuclei familiari con quasi 2 milioni e mezzo di persone coinvolte, per un importo medio mensile di 562,78 euro. Emerge anche dall’osservatorio dell’Anpal il flop sul fronte delle politiche attive del lavoro.

 

  

 

I beneficiari del sussidio non occupati a dicembre 2022 sono 725.429 individui, ma tra loro solo 335mila (46,2%) sono stati presi in carico dai Centri per l’impiego. Di conseguenza, il 53,8% pur ricevendo il sussidio non ha rispettato l’obbligo di attivarsi per poter essere preso in carico dai servizi per l’impiego. Mentre, per avere un’idea di quanto lo Stato ha sborsato, sempre dati dell’ente previdenziale ci dicono che nei primi tre anni di vita del sussidio, 2 milioni di famiglie ne hanno beneficiato per un totale di 4,65 milioni di persone e una spesa di quasi 20 miliardi di euro. Altro gravoso capitolo è quello dei «furbetti». Ovvero persone che hanno ricevuto l’aiuto di Stato senza avere i requisiti di legge, e che puntualmente sono protagoniste delle pagine di cronaca. Nelle ultime 24 ore, si sono registrati 24 casi di «furbetti» in provincia dell’Aquila e che vanno ad aggiungersi ai circa trecento casi di quarantottore fa a Catania. Solo nel capoluogo etneo, parliamo di un danno all’erario di oltre 1,3 milioni di euro. Quasi quotidianamente suona la stessa musica, alla faccia della povertà, tra l’altro, già «sconfitta» dai grillini. E ancora. Come non ricordare la max truffa di circa un anno fa, quando la guardia di finanza di Novara ha eseguito otto arresti nell'ambito di una inchiesta della procura di Milano che aveva fatto scoprire 10mila domande di Reddito di cittadinanza sprovviste dei requisiti previsti dalla legge, con un danno all'erario di oltre 21.5 milioni di euro. Per fare solo un esempio.

 

 

Per avere invece qualche numero che ci dà maggiormente «peso» del capitolo «furbetti», secondo uno dei più recenti rapporti delle Fiamme gialle, nel solo periodo gennaio 2021-maggio 2022, sono stati scoperti illeciti per 288 milioni, di cui 171 milioni indebitamente percepiti e 117 milioni fraudolentemente richiesti e non ancora riscossi e sono state denunciate oltre 29mila persone. Denaro che avrebbe potuto essere di aiuto a chi ne aveva veramente bisogno invece è finito nelle mani di detenuti, trafficanti di schiavi, persone legate alla malavita organizzata e soggetti benestanti. Una frode colossale senza precedenti e che vede impegnati ogni giorno i militari della Guardia di Finanza e non solo, in controlli a tappeto in tutto il Paese. Un fatto è certo, questo Reddito di cittadinanza oramai è al capolinea.