la riforma

Cosa cambia nel 2023 per le pensioni? C'è il nuovo piano: "Quota 41 per tutti"

Dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore il regime pensionistico Quota 103: si potrà andare in pensione a 62 anni d'età e almeno 41 anni di contributi. La stima di chi andrà in pensione in anticipo il prossimo anno, grazie alle misure “ponte” previste dalla Legge di Bilancio del governo Meloni, sono fino a 64mila. Oltre i due terzi dovrebbero essere collegate all’introduzione della nuova Quota 103, per la quale è ipotizzata una platea potenziale di 41.100 soggetti. Altre 20mila dovrebbero essere alimentate dalla proroga per 12 mesi dell’Ape sociale con gli attuali requisiti.

La manovra farà scattare anche il nuovo meccanismo di rivalutazione a sei fasce, con una stretta sui trattamenti di importo superiore alle quattro volte il minimo e l’indicizzazione maggiorata per le “minime”, che arrivano a circa 570 euro (600 mensili per gli over 75). Viene poi confermata la perequazione piena per i trattamenti fino a 4 volte il minimo (2.101 euro lordi al mese).

  

Opzione donna, con le nuove limitazioni previste per il prossimo anno, dovrebbe attestarsi a 2.900 pensionamenti anticipati delle lavoratrici. Ma su questo fronte sono in corso di valutazione altre novità: il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, ha annunciato in un'intervista al Messaggero che su "Opzione donna verrà trovato un compromesso". "Purtroppo Opzione donna - ha detto il sottosegretario - non era sostenibile economicamente. Ma si tratta di una misura che intercetta un bisogno di tutela cui non possiamo e non vogliamo negare risposte. Vedremo di trovare una quadra migliorativa".

"La scelta quota 41 è un metodo, non uno spot" ha chiarito Freni ribadendo che "solo ragioni di costo hanno richiesto l'inserimento di un coefficiente anagrafico a 62 anni, ma il futuro è verso l'azzeramento progressivo del limite di età. Quindi si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età". Freni ha anche evidenziato che si è scelto "di supportare in modo deciso i redditi medio bassi, limitando la rivalutazione previdenziale solo a determinate fasce. È stata una scelta politica", ma "nei prossimi mesi l'andamento dell'inflazione sarà il parametro per le nostre scelte".