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Gas, Gazprom taglia ancora i flussi all'Italia. Draghi tuona: "Uso politico come per il grano"

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Gas sempre più centrale nella guerra che coinvolge l'intera Europa, con i prezzi che volano al mercato di Amsterdam tornando ai livelli di marzo e le forniture tagliate ancora da Mosca, tanto che Mario Draghi da Kiev attacca parlando di "un uso politico del gas come del grano". Il premier conferma l'asse con Berlino: "i motivi dei tagli delle forniture ci viene detto che sono tecnici, legati a pezzi per la manutenzione che non arrivano a causa delle sanzioni, ma noi, come la Germania, riteniamo che siano bugie".

Dopo il giro di rubinetto di ieri, oggi Eni ha presentato a Gazprom una richiesta superiore del 44%, un incremento dovuto al recupero delle quantità non ricevute e alle normali dinamiche commerciali, ma l'utility russa ha assicurato solo il 65% delle forniture richieste. Di fatto la consegna è poco più alta di ieri, a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Gazprom ha spiegato, riferiscono dal cane a sei zampe, che la mancata consegna dipende dai problemi alla centrale di Portovaya che alimenta il gasdotto Nord Stream attraverso il quale Gazprom trasporta una parte dei volumi destinati ad Eni.

Ieri era arrivato lo stop ai flussi russi verso la Germania, oggi la stessa decisione è stata presa nei confronti dell'Austria ed è arrivato l'alert anche per il Nord Europa. Il nodo è sempre il gasdotto Nord Stream, dove Gazprom lamenta l'impossibilità di eseguire alcuni lavori di riparazione alle turbine da parte di Siemens per effetto delle sanzioni imposte alla Russia. Bugie, accusa Draghi. Suffragato da un dato: mentre le esportazioni verso i paesi non CSI ammontano al 28,9% in meno, dal mese di gennaio a maggio il flusso verso la Cina è aumentato del 67%, come ribadito a Ria Novosti dal ceo Aleksej Miller. E ancora di più dalla dichiarazione dello stesso Miller che la Russia garantirà "forniture stabili agli amici" di Mosca. Lo stop è vicino? Frena il commissario Ue Paolo Gentiloni: per il momento, dice, "abbiamo segnali dalla Russia" sull'interruzione delle forniture, "non decisioni".

Sul fronte italiano continuano le rassicurazioni. Per ora, "siamo arrivati al 52% dei livelli di stoccaggio del gas, il che ci rende abbastanza tranquilli nell'immediato e per l'inverno", assicura Draghi, mentre il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ribadisce che "la situazione è sotto controllo, vedremo cosa succede nei prossimi giorni". C'è un ma: "a questi prezzi gli stoccaggi diventano più difficili - avvisa il premier - Le forniture sono diminuite, l'Europa è in difficoltà e la Russia incassa come prima. E' una strategia che va combattuta". Tanto che il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: "grazie alla diplomazia energetica possiamo gestire ma serve un tetto massimo al prezzo del gas come abbiamo chiesto in Europa".

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