scontro con gli industriali

Crisi, le imprese bocciano il governo Draghi. Il flop dell'esecutivo dei Migliori: "Serve un piano energetico credibile"

Damiana Verucci

Tutto il sostegno possibile del Governo alla Capitale per affrontare la sfida dell'Expo 2030 e per l'Italia la svolta, annunciata dalla ministra per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini, "sul fronte rigassifcatori, nuovi impianti per l'energia rinnovabile e abbreviamento e semplificazione di tutte le autorizzazioni». Ma non sono mancate le critiche all'attuale Governo da parte del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in particolare sul reddito di cittadinanza e sulle riforme che il Paese aspetta da 30 anni «bloccate da battaglie di bandierine».

Al Teatro dell'Opera di Roma Unindustria, in occasione dell'Assemblea generale che per due annidi seguito non si è tenuta, causa pandemia, offre l'occasione per parlare di riforme, cambiamento, prossime sfide, pregi e difetti di un Paese ancora troppo bloccato da burocrazia e veti. Oltre due minuti di applausi hanno accolto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si è seduto in sala ad ascoltare i vari interventi dal palco. Poi il video con le immagini più forti degli ultimi due anni, dalla pandemia e il conseguente cambiamento delle nostre vite, fino alle vittorie sportive degli italiani e al conflitto in Ucraina. Camilli affronta temi importanti per il Paese a cominciare dal Pnrr che deve essere un'occasione da non sprecare, senza tralasciare ciò che serve alle imprese perché i cambiamenti in atto «impongono di utilizzare approcci diversi nel confronto con i sindacati».

  

La ricetta di Unindustria è quella di non intervenire solo su aumenti retributivi visto che questo «può significare un collasso per le aziende di diversi settori». Piuttosto «bisogna procedere seriamente a una significativa detassazione degli incrementi salariali di secondo livello e a un robusto taglio del cuneo fiscale. Solo così gli aumenti per i lavoratori sarebbero sostenibili».

Naturalmente si parla anche di politica energetica e industriale, di risposte da dare alle imprese sul fronte burocrazia e costi. «Sulla politica industriale - dice Camilli - sono mancate scelte coraggiose mentre dobbiamo ripartire da un piano energetico credibile, che ci renda rapidamente indipendenti dalla Russia». Pronta la risposta della ministra Gelmini sia sul fronte energia che sull'Expo definita «un'opportunità per l'intero Paese. Per questo la prossima settimana convocheremo le regioni nella Conferenza Staalla to -Regioni presenza dell'ambasciatore Giampiero Massolo, indicato alla presidenza del Comitato promotore».

L'intervento più duro spetta a Bonomi. Sbagliato per il presidente di Confindustria «detassare gli aumenti salariali», perché le imprese non avrebbero spazio per aumentare i salari con il costo attuale delle materie prime e dell'energia. Ma è sul reddito di cittadinanza che arriva la vera mazzata: «Ci è costato 20 miliardi e nell'ultima legge è stato rifinanziato per 10. La nostra posizione è sempre stata chiara. Il reddito di cittadinanza come contrasto alla povertà ci trova d'accordo ma così come è costituito non intercetta i poveri del Paese. Infatti cosa ci ha portato? I navigator. E oggi siamo al punto di dover trovare lavoro a quei navigator che avevano preso per trovare lavoro a chi non ce l'aveva».

Infine una riposta piccata al ministro del Lavoro, Orlando: «Se la nostra proposta sui salari appare ridicola, aspetto la sua». E ancora: «Noi le abbiamo date al ministro, a Palazzo Chigi, le abbiamo date prima della legge di bilancio, quando dicevamo come bisognava utilizzare gli 8 miliardi, le daremo anche adesso sui 16 miliardi».