lo scivolo

In pensione 5 anni prima. Ecco come fare

Alberto Di Majo

Si potrà andare in pensione 5 anni prima. La Camera dei deputati ha approvato ieri un emendamento alla legge di bilancio che consentirà ad alcune migliaia di lavoratori di lasciare il posto a 62 anni con almeno venti anni di contributi (pensione di vecchiaia) o con 38 anni di versamenti (pensione anticipata). Sarà possibile avere lo "scivolo" nel 2021 se si lavora per un' azienda che ha almeno 250 dipendenti. Si chiama "contratto di espansione" e dovrebbe essere, perlomeno nei piani di Palazzo Chigi, un aiuto concreto alle grandi imprese che si trovano in difficoltà e allo stesso tempo un modo per incentivare, oltre alle uscite, anche le assunzioni di giovani.

Alla fine di marzo scadrà la norma che ha vietato i licenziamenti nell'ultimo anno e anche la cassa integrazione in deroga e, dunque, il nostro Paese potrebbe trovarsi di fronte all'ennesima emergenza sociale. Il governo ha pensato di correre ai ripari, da un lato prevedendo sostegni specifici per le Partite Iva, e dall'altro mandando in pensione i dipendenti delle imprese più grandi che, con l'addio a "quota 100", avrebbero potuto lasciare il lavoro a 67 anni. L'emendamento, che è stato proposto dal leghista Massimo Garavaglia, è stato approvato da tutti i partiti alla Camera e nei prossimi giorni verrà ratificato, insieme al resto della manovra economica, dal Senato.

  

La platea interessata è pari al 21 per cento dei dipendenti. Ovviamente chi userà la misura per la pensione di vecchiaia avrà una riduzione sull'assegno (a causa della mancanza di 5 anni di contributi) che, tuttavia, sarà compensato dai 5 anni in meno di lavoro. Mentre chi totalizzerà 38 anni di versamenti avrà comunque gli ultimi cinque pagati dall'impresa che, a sua volta, potrà scontare dalla somma i sostegni di disoccupazione. Un meccanismo che è anche una prima risposta alla cancellazione della legge Fornero, che ha creato un grande scalino tra i 62 anni (previsti fino al 2021) e i 67 anni per andare in pensione. Per colmarlo stabilmente Palazzo Chigi sta pensando a una norma che ridurrà gli anni per uscire dal lavoro, portandoli a 64 o 65. Crescono comunque anche gli stanziamenti previsti per il reddito di cittadinanza fino al 2029, segno che il governo teme che all'emergenza sanitaria seguirà una crisi sociale di vaste proporzioni.