LE MISURE DELLA FINANZIARIA

Aumento di 85 euro agli statali. E la manovra salva il bonus Renzi

Filippo Caleri

Bonus di 80 euro salvo per gli statali che con il prossimo aumento di stipendio avrebbero superato la soglia di reddito per averne diritto. Lo ha stabilito la manovra che  oggi inizia il suo cammino parlamentare al Senato. Il testo stabilisce un ampliamento della platea dei beneficiari del bonus Irpef da 80 euro. Il tetto di reddito sale da 24.000 a 24.600 euro e da 26.000 a 26.600 euro. Per gli statali che superano la soglia dei 24mila euro di reddito, sarà cosi garantita la sterilizzazione degli 80 euro dall'effetto degli aumenti del rinnovo contrattuale di 85 euro mensili. Tra altre indiscrezioni confermate ci sono le detrazioni per gli abbonamenti di trasporto che arrivano fino a 250 euro per le spese d'abbonamento di trasporti pubblici locali, regionali e interregionali. Tra le novità anche l'agevolazione per gli accordi di rimborso di questi abbonamenti da parte dei datori di lavoro per i propri dipendenti e per i loro familiari che, se erogati dall'azienda, entrano a far parte del reddito da lavoro tassato. Delusione per chi affitta le proprie case. La cedolare secca al 10% che si applica sui contratti concordati non sarà stabilizzata come chiesto dalle associazioni dei proprietari di case ma prorogata fino al 2019.  Arriva anche la proroga di un anno per il bonus energia e per quelli relativi alle ristrutturazioni energetiche e all'acquisto di mobili. Ma il piatto delle agevolazione si arricchisce di uno sconto, del 36%  fino a 5.000 euro di spesa, per la sistemazione a verde di aree scoperte di edifici e immobili esistenti. Lo sconto è previsto anche per impianti di irrigazione e la realizzazione di pozzi, copertura a verde e giardini pensili. Scende dal 65% al 50% il bonus energia per infissi, schermi solari, sostituzione impianti climatizzazione.  Il testo definitivo della Manovra conferma anche la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per il 2018 ma rimanda l'aggravio all'anno successivo. In particolare, l'aliquota Iva al 10% salirà di 1,5 punti percentuali dal 2019 e di altri 1,5 punti dal 2020, mentre quella al 22% aumenterà di 2,2 punti percentuali dal 2019, di ulteriori 0,7 punti percentuali dal 2020 e di 0,1 punti dal 2021. Sempre che nelle manovre dei prossimi anni non si decida come quest'anni di trovare coperture per rinviare gli aggravi. Confermato l'aumento delle accise dal 2019.