IL PAESE CHE CAMBIA

Bancari a casa, 22mila posti in meno agli sportelli

Filippo Caleri

Un’autentica ecatombe quella che ha colpito l’occupazione nel settore bancario negli ultimi anni. Un prezzo pagato alla crisi ma anche alla tecnologia che ha cambiato il rapporto tra cliente e istituto di credito. I numeri sull’emorragia di posti li ha dati ieri il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Sono stati oltre 22 mila gli esuberi già definiti nel settore bancario dagli ultimi piani industriali dei principali gruppi bancari italiani, a fronte di quasi 3.600 nuove assunzioni. Sileoni, ha sottolineato che sono «numeri importanti, ma si tratta di uscite volontarie con l’obiettivo raggiunto di evitare i licenziamenti perpetrati in tutta Europa e di garantire il ricambio generazionale». I numeri più pesanti sono quelli riferiti dalle banche più grandi. In Unicredit l’ultimo piano (2019-2014) prevede 3.900 uscite volontarie. A febbraio scorso è stata infatti sottoscritta l’intesa per l’uscita di questo numero di dipendenti usando il Fondo di solidarietà fino a 54 mesi. Le nuove assunzioni invece ammontano a 2.000. Il Gruppo Intesa/Popolari venete nel piano 2017-19 contempla 3.900... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI