LA RICAPITALIZZAZIONE

Accordo Ue-Italia su Mps, sì al piano da 9 miliardi

Silvia Sfregola

Roma e Bruxelles trovano un "accordo di principio" sulla ristrutturazione del Monte dei Paschi di Siena. Dopo mesi di trattative arriva la luce verde della commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, per il piano di Mps e la ricapitalizzazione precauzionale della banca senese. La Bce aveva indicato in 8,8 miliardi di euro l'iniezione di capitale per puntellare Rocca Salimbeni. A pagare non sarà tuttavia solo lo Stato. Secondo alcune stime, il governo potrebbe iniettare circa 6,6 miliardi di euro, pari al 70% del totale. In linea con le norme Ue nella Brrd su ristrutturazioni e burden-sharing, i costi saranno coperti anche da azionisti e obbligazionisti junior, mentre agli obbligazionisti al dettaglio sarà concessa una compensazione in caso di mis-selling, ovvero di una vendita fraudolenta di bond subordinati. Scongiurato, invece, il rischio del bail-in, che avrebbe coinvolto anche i correntisti per la quota di deposito oltre i 100 mila euro. L'accordo, spiega il comunicato della Commissione Ue, è arrivato dopo "i contatti intensi e costruttivi" tra Vestager, il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, la Bce nella sua funzione di vigilanza e le autorità italiane. Vestager afferma che "questa soluzione rappresenta un passo positivo per Mps e il settore bancario italiano". La commissaria precisa che con questo meccanismo di ricapitalizzazione precauzionale si mettono soldi pubblici "limitando l'onere per il contribuente italiano". L'accordo, che in serata lo stesso Padoan ha definito via Twitter "ottimo per il Paese", include anche altri punti importanti. Mps continuerà a disporre del suo portafoglio lordo di 26 miliardi di Npl per la vendita a condizioni di mercato, riducendo i rischi sullo stato patrimoniale. Allo stesso tempo, la banca adotterà una serie di misure per aumentare notevolmente l'efficienza. Tra queste, fa sapere Bruxelles, il top management di Mps sarà soggetto a un tetto sulla remunerazione, come richiesto dalle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato. Questo limite corrisponde a 10 volte lo stipendio medio dei dipendenti Mps. Il salario dell'amministratore delegato di Mps, Marco Morelli, potrebbe scendere a circa 500 mila euro da oltre 1,8 milioni. L'Italia dovrà adesso notificare il piano di ristrutturazione finale di Mps, compresi gli impegni delle autorità italiane sulla sua attuazione. Su questa base, la Commissione adotterà infine la decisione formale in base alle norme dell'Ue in materia di aiuti di Stato. La banca spera di chiudere la questione entro giugno. L'accordo di principio di oggi potrebbe aiutare a sciogliere il nodo delle banche venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che necessitano a loro volta di un'intesa complessiva tra Roma, Bruxelles e Bce per evitare la risoluzione e procedere con la fusione. L'ad della Vicenza, Fabrizio Viola, può essere più ottimista nei confronti di un eventuale via libera alla ricapitalizzazione precauzionale. Tuttavia da fonti di Bruxelles trapela che l'accordo su Mps è "una questione completamente separata" rispetto alle due venete. L'Ue avrebbe chiesto un ulteriore miliardo di euro da investitori privati per autorizzare l'intervento dello Stato in Popolare di Vicenza e Veneto Banca. La Bce ha già identificato in 6,4 miliardi di euro il fabbisogno aggregato dei due istituti.