FALLITALIA

Abbiamo già dato 8 miliardi ad Alitalia. Adesso basta

Dimitri Buffa

Se l'Italia ieri ha celebrato, sia pure tra le polemiche, il proprio 25 aprile, il suo vettore nazionale, l'Alitalia, rischia di vedere spostato il calendario in netto anticipo sulla data dell'8 settembre. Dal 1974 a oggi gli italiani con le tasse sono stati chiamati a ricoprire perdite per una cifra che sfiora gli 8 miliardi di euro. Sempre in nome di un' italianità che ormai non c' è più visto che i sauditi impongono divise fantozziane alle hostess ed è un miracolo non pretendano il velo sulle tratte internazionali. In quella ci fra oltre agli sprechi di gestione sono confluite anche le liquidazioni da follia come quella dell' ex ad Giancarlo Cimoli, uomo di sinistra che poi piacque anche alla destra, che dopo avere chiuso il proprio mandato anche lui perdendo soldi come i suoi predecessori e successori, riuscì però a portarsi a casa la bellezza di 3 milioni di euro di buonuscita. Che si sommano ai 2,8 milioni di euro annui che prendeva di stipendio. Il tutti a casa, quindi, dati alla mano dopo che i lavoratori hanno bocciato senza se e senza ma il piano di tagli già concordato con il sindacato ufficiale (con una riduzione degli esuberi da 2000 unità a 980), sembra l' unica opzione possibile. E se questo accadrà, esattamente come per l' 8 settembre delle truppe italiane del 1943, si griderà al tradimento della classe dirigente. In questo caso i manager che si sono susseguiti dalla fine degli anni '80 in poi. E i politici che li hanno sponsorizzati. Con un corollario di sprechi quasi inelencabili per la fantasia di coloro che sovrintendevano a questa unica grande attività che accomuna le gestioni che si sono susseguite negli ultimi 30 anni. Attualmente il vettore nazionale partecipato dai sauditi, che in fatto di sprechi... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI