IL DIKTAT DELL'EUROPA

Bruxelles: prima la manovra. Poi la solidarietà e gli aiuti per il sisma

Filippo Caleri

Prima ci fate vedere come rientrate del deficit. Poi vi accordiamo più debito per aiutarvi sulle emergenze sisma e migranti. L'Europa conferma la solidarietà all'Italia dopo il terremoto, ma vuole prima vedere le carte. Così le nuove spese sostenute dal governo italiano "non entrano nel negoziato". "Ci aspettiamo una risposta precisa" sullo 0,2% del Pil ha detto l'eurocommissario Moscovici. E su questo oggi il ministro Pier Carlo Padoan proverà a forzare la mano alla riunione dell'Ecofin a Bruxelles. Insomma ancora una volta la fiducia accordata a Roma non è piena, ma va verificata l'effettiva volontà di proseguire nel risanamento dei conti pubblici. Un crinale pericoloso perché al dossier di mera contabilità si aggiunge il delicato momento che attraversa la politica italiana dopo la sentenza della Consulta che ha sciolto il dilemma sulla legge elettorale. La possibilità che si voti prima dell'estate potrebbe consigliare al governo e al Partito Democratico di forzare la mano a Bruxelles posticipando la manovra correttiva e accettando, come male minore, la procedura di infrazione per il buco di bilancio eccessivo. La campagna elettorale non sarebbe così inficiata da un probabile aumento di tasse e sacrifici di spesa. E sarebbe poi il nuovo governo uscito dalle urne a riprendere in mano il negoziato nel 2018.