Draghi: la ripresa c'è ma resta ancora fragile

Il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo al G20 di Sidney "La ripresa è ancora fragile, ma cominciano a vedersi i primi segnali di attività. Insomma vediamo progressi ma ci sono ancora rischi al ribasso". Quanto alle ricadute sui mercati emergenti, Draghi, ha spiegato che al G20 "si è parlato delle ricadute che sarebbero prodotte dai cambiamenti di politica monetaria in alcune giurisdizioni" e in questo senso, il Fondo Monetario Internazionale ha assicurato il suo impegno come "ancora" garantendo "assistenza dove necessario". Il numero uno dell'Eurotower interpellato su cosa dovrebbe fare il nuovo esecutivo guidato da Renzi per uscire dalla crisi, ha rsposto: "Si sa cosa deve essere fatto. Io stesso l'ho detto più volte, quando ero Governatore della Banca d'Italia. Perciò il problema non è cosa fare, ma farlo". Secondo il presidente della Bce il debito pubblico rimane ancora alto "in molti paesi dell'Eurozona". Bisogna quindi "continuare le riforme strutturali, senza sederci". Semmai, bisogna puntare ad una ricomposizione delle voci di bilancio "in modo più favorevole alla crescita". Da questo punto di vista, l'intesa raggiunta al G20 per innalzare di 2 punti in cinque anni il Pil globale attraverso riforme e politiche congiunte e mirate è "molto, molto importante". Ancora una volta Draghi esclude un rischio di deflazione in Europa, almeno per il momento. Secondo lui non esiste neppure il pericolo di un contagio dalla crisi dell'Ucraina.