Allevamenti in batteria fuori norma Italia deferita

La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia e la Grecia alla Corte di giustizia Ue per non aver attuato correttamente la direttiva 1999/74/CE che vieta le «gabbie non modificate» (ovvero quelle utilizzate dagli allevamenti di galline in batteria). Una procedura resa necessaria dalla lentezza con la quale il sistema produttivo si è adeguato alle nuove prescrizioni per gli allevamenti industriali. La decisione politica di vietare le gabbie «non modificate» è stata adottata nel 1999: la Grecia e l0Italia disponevano di dodici anni per assicurare una transizione morbida verso il nuovo sistema e attuare così la direttiva. La direttiva prescrive che a decorrere dal primo gennaio del 2012 tutte le galline ovaiole siano tenute in «gabbie modificate» con spazio per fare il nido, razzolare e appollaiarsi, ovvero in sistemi alternativi. La gabbie possono essere usate soltanto se offrono a ciascuna gallina una superficie pari ad almeno 750 cmq, un nido, lettiere, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie, consentendo così alle galline di soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali. Il 26 gennaio scorso, la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora con cui chiedeva alla Grecia e all'Italia, assieme ad altri 11 Stati membri dell'Ue, di adottare azioni per ovviare alle carenze nell'attuazione della legislazione unionale sul benessere degli animali e, in particolare, di porre in atto il divieto di gabbie «non modificate» per le galline ovaiole. Sui 13 Stati membri che hanno ricevuto lettere di sollecito ad attuare adeguatamente tale direttiva soltanto due continuano a non essere a norma.