Il nuovo corso Mps spacca il Pd senese. Il sindaco lascia

Meno politica nella gestione della banca e spazio ai risultati e alle gestione del Monte dei Paschi di Siena. Le dimissioni del sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, arrivate nella notte di di domenica sono il risultato della resa dei conti tra le due anime del Pd che non si sono mai amate. E che hanno per lungo tempo trasferito i dissidi dalle istituzioni agli sportelli della banca più antica del mondo. L'addio di Ceccuzzi è infatti riconducibile alle nomine della Fondazione Mps per il cda della Banca Monte dei Paschi, quelle che l'Amministrazione da sempre fa, attraverso i membri della Deputazione (13 su 16) insieme alla Provincia, e che nel marzo scorso avevano portato all'indicazione, tra gli altri, di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, poi saliti ai vertici del Monte. Ceccuzzi ha confermato le sue dimissioni ieri davanti ai consiglieri, anche ai 7 ribelli del Pd (6 ex Margherita), che avevano votato contro il bilancio denunciando un buco di circa 6 miliardi per il mancato arrivo di erogazioni certe da parte della Fondazione. Un intervento, quello di Ceccuzzi, duro, che poco margine lascia ad eventuali trattative per tornare a una maggioranza nei prossimi 20 giorni, prima dell'arrivo del commissario. «Politicanti, voltagabbana e traditori» ha detto riferendosi agli ex componenti della maggioranza, chiamando direttamente in causa l'attuale presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci, anche lui Pd, a cui secondo Ceccuzzi fanno riferimento sei dei ribelli, gli ex Margherita. Non arriva a chiedere le dimissioni di Monaci: «ognuno risponde delle proprie scelte e della propria coscienza» ha detto l'ormai ex primo cittadino. Ma mentre a Siena si consumano i veleni della politica, Ceccuzzi ha parlato di «vili tentativi di ricatto» e ringraziato Profumo che il giorno dopo il blitz della guardia di finanza al Monte, «insieme a Viola ha ridato subito speranza». Il neo presidente della banca e l'ad, a Roma, hanno presentato nuovi servizi sulla «previdenza integrata» insieme al partner industriale Axa. Profumo ha ringraziato Ceccuzzi, e nel suo intervento ha difeso la scelta di rinnovamento fatta dalla Fondazione, e sottolineato che queste è il primo atto della nuova dirigenza, «perché in futuro le filiali delle banche dovranno offrire sempre più servizi». In futuro, secondo il presidente, le filiali delle banche «dovranno offrire non solo i servizi bancari» ma dovranno essere un punto di consulenza a 360 gradi. E l'ad Viola ha rilevato come «la sfida per il gruppo e le altre banche si gioca sul campo dei servizi» non specificando quale sia la quota dei ricavi che il nuovo piano prevede giunga dalla bancassicurazione. Per Viola si tratta di una strada obbligata perché «una redditività sostenibile non si può più ottenere aumentando capitale e liquidita» viste le nuove regole post crisi. Parole che in un'altra giornata sarebbero state accolte con un altro spirito a Siena, ma che ieri, dopo oltre 10 ore di consiglio, sono passate in sordina, perché il caos interno al Pd ha attratto tutta l'attenzione. Nessuno crede che la situazione possa ricomporsi e anzi, non pochi sono convinti la città possa essere un specie di laboratorio per un nuovo centro politico, dove gli ex Margherita potrebbero tentare di entrare.