Il made in Italy riparte dal Sud

Eper una volta si tratta di una storia di emigrazione al contrario: un industriale del Nord che crede nel Mezzogiorno e sulle sue potenzialità. «Il nostro - ha spiegato il presidente e amministratore delegato della Ittierre - vuole essere anche un piccolo messaggio per il Paese. Il Made in Italy deve ripartire dalle enormi risorse del Sud, che sono un'opportunità fantastica. Qui abbiamo trovato maestranze altamente qualificate e a un'ora di auto aziende che fanno pelle, accessori e capi in Puglia, Campania e Abruzzo. Si lavora bene e ad un prezzo contenuto, cose che al Nord non esistono più. Ci abbiamo creduto a tal punto che io e i miei figli siamo ormai diventati molisani acquisiti. La forza della Ittierre è il suo contesto territoriale e produttivo, altrove non sarebbe così». Il piano della Albisetti spa (società detenuta al 100% dalla famiglia Bianchi) è ambizioso: 150 milioni di fatturato nel 2011, 220 milioni nel 2012 e 300 milioni nel 2013, grazie anche all'arrivo di sei nuove licenze di produzione: Pierre Balmain, Fiorucci, Karl Lagerfeld, Acquascutum, Cnc, Tommy Hilfiger. I marchi segneranno anche il riposizionamento delle collezioni con linee sartoriali e di fascia più alta. «Non saremo più quelli che fanno solo il giovane - dice Bianchi -, ma per noi diventano importanti le prime linee e la reinterpretazione in chiave luxury di brand come Acquascutum e Cnc». Sul fronte occupazionale la razionalizzazione dei costi e il ritorno sulla rete di vendita hanno prodotto risultati molto incoraggianti. Il piano di rilancio prevedeva, per il 2011, 570 addetti riassorbiti, che sono saliti a 605 nel corso degli ultimi mesi; altre cento unità lavorative arriveranno, invece, nel 2012 sulle sei «cellule di prodotto», una per ogni marchio, che si occuperanno di tutte le fasi (modelli, taglio, campionatura). In programma c'è poi anche l'acquisto della factory di Pettoranello del Molise (Isernia), oggi in affitto, ricompresa negli asset gestiti ancora dai commissari e l'apertura di show room nei cinque continenti. «Saremo a Parigi, Londra, Hong Kong, Milano, Roma, New York, Dusseldorf, Barcellona - ha detto Antonio Bianchi - oltre al raddoppio dei dieci negozi già aperti in Cina. La nostra espansione all'estero, da cui ci aspettiamo oltre il 60% del fatturato, sarà in linea con i marchi internazionali che abbiamo in portafoglio». Alla Ittierre la famiglia Bianchi ha portato in dote anche l'esperienza della Albisetti (intimo, mare, foulard, cravatte). «Le due aziende sono complementari e perfettamente integrabili - ha aggiunto Bianchi - Tutto quello che Ittierre non fa lo può fornire Albisetti».