«Più legalità e welfare. Meno tasse»

Servequesto all'Italia» spiega a Il Tempo, Marco Paolo Nigi, segretario generale Confsal, che contesta la manovra Monti: «Ha gravato solo lavoratori e pensionati oltre i limiti sopportabili». La Confsal ha proclamato lo sciopero generale contestando la manovra Monti, giudicata recessiva, inflattiva e iniqua. Un suo commento?. «La nostra linea politico-sindacale ha da sempre un centro in cui autonomia e responsabilità sono strettamente legate. Si figuri se in momento simile potremmo non tenerne conto, anzi. Con questa manovra il governo Monti ha gravato lavoratori dipendenti, pensionandi e pensionati oltre il limite della sopportabilità. L'Italia in Eurozona e la moneta unica non potranno essere "salvate" senza vera equità e senza coesione sociale, ma l'impressione è che qui si stia provocando l'aggravamento delle vecchie povertà e l'aumento delle nuove. Tra l'altro, se non si sostiene la domanda interna non si può difendere l'attuale livello occupazionale e tantomeno si può sperare nella ripresa della crescita economica. Da qui la decisione inevitabile della Confsal di protestare con forza con uno sciopero generale». Cosa avete proposto al governo Monti per uscire dalla crisi? «L'impegno anticrisi ha frontiere ben precise: legalità in economia, finanza e lavoro, equità fiscale e un welfare di livello europeo. Su tutto questo, in continuità con i precedenti governi, non sono arrivate risposte adeguate. In particolare, non si è intervenuti con misure forti e sanzionatorie per il contrasto all'evasione fiscale e contributiva e al lavoro sommerso. In più, l'equità è stata declinata a danno dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, già penalizzati dalle precedenti manovre. Il welfare continua a rimanere debole e lontano dai più efficienti sistemi dei paesi nell'Eurozona. Si prepara un confronto sulla riforma del lavoro. Che cosa ci dice in merito? «Una riforma del lavoro nell'attuale contesto sociale e normativo si presenterebbe molto difficile. Da sempre noi sostieniamo la flexicurity di tipo europeo, quindi una sana flessibilità in un contesto di garanzia per i lavoratori. Non abbiamo dubbi, la riforma del lavoro è necessaria, al fine di migliorare la produttività dell'impegno lavorativo e delle imprese e la competitività del sistema italiano nell'economia globale. Ma questo non significa far scadere la flessibilità in precarietà». Come valuta lo stato delle relazioni politico-sindacali con il governo Monti? «Premesso che la Confsal ha sottoscritto con convinzione tutti i vigenti patti sociali con il precedente governo e con Confindustria, ritengo che in questa situazione economica, non si possa fare a meno di cercare e di trovare soluzioni condivise. Il governo Monti, invocando l'emergenza finanziaria, ha eluso le relazioni politico-sindacali, limitandosi a un'informativa per linee generali. Per questo mi sento di affermare che, se non si avvia immediatamente un confronto serrato e proficuo su tavoli specifici, il cammino del governo sul risanamento dei conti pubblici e della crescita economica si profila maggiormente difficoltoso, con il rischio reale di non centrare gli obiettivi politici di fine legislatura. A breve e, in piena autonomia, faremo le nostre valutazioni, in termini di proposta politico-sindacale e di eventuale lotta.