Spread senza freni Borse nel panico

Avvio in rialzo per piazza Affari all'indomani di una giornata che ha visto lo sfarinamento della maggioranza nel voto sul Rendiconto dello Stato, l'annuncio del premier, Silvio Berlusconi, che si dimetterà dopo l'ok al ddl stabilità. Dopo l'inizio degli scambi il Ftse Mib sale dell'1,25% a 15.852,4 punti e il Ftse All-Share guadagna l'1,1% a 16.654,3 punti. Poi però Milano vira in territorio negativo, segna il -4% e trascina gli altri listini europei precipita. Lo spread tra Btp e Bund balza oltre i 500 punti. L'annuncio delle dimissioni del premier Berlusconi dopo l'approvazione del ddl stabilità non è bastato. Il differenziale vola e segna un nuovo record sfondando i 560 punti. Pesanti vendite sull'Italia: i rendimenti sui Btp a dieci anni, che sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo, hanno superato il 7 per cento per la prima volta dal 1997. Piazza Affari precipita come le altre Borse europee. Milano ha bruscamente cambiato segno con l'incertezza sull'area euro trascinando tutti i listini. Le Borse europee sono passate tutte in pesante terreno negativo sulla scia del crollo di Piazza Affari: l'indice Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cede circa due punti percentuali, ma molti listini fanno peggio. È il caso di Madrid e Amsterdam che perdono il 2,7%, mentre Milano continua a scivolare di oltre quattro punti e ha posto in asta di volatilità diversi titoli importanti, soprattutto bancari come Intesa SanPaolo (-6,50% teorico), Unicredit e Banco popolare, entrambi in ribasso teorico del 5,8%. L'allarme rosso sull'Italia trascina in ribasso tutti i mercati europei, mentre in base ai contratti futures si profilano pesanti flessioni anche a Wall Street. Il maggiore fattore di allarmismo appare l'ondata di vendite sui titoli di Stato del Belpaese, che ne ha fatto schizzare i rendimenti sulle maggiori scadenze (5 e 10 anni) oltre quella soglia critica del 7 per cento che viene ritenuta un limite oltre il quale a un paese è di fatto precluso il rifinanziamento sui mercato, perché insostenibile. Superato questo valore infatti, Grecia, Iralanda e Portogallo si rassegnarono a chiedere aiuti a Unione europea e Fmi. Il tutto ha innescato un nuovo crollo della Borsa di Milano, che in mattinata è arrivato a toccare il 4,5 per cento, intanto Londra segna un meno 1,74 per cento, Parigi un meno 1,99 per cento e Francoforte un meno 2,38 per cento. L'euro cala a 1,3674 dollari. E a Wall Street non si profilano dinamiche migliori, mentre sui mercati, oltre alla crisi sui debiti in Europa, potrebbe pesare e non poco anche l'escalation di tensioni geopolitiche tra Iran e Israele, su controverso programma nucleare di Teheran.  A circa 3 ore e mezza dall'avvio degli scambi, i contratti futures sull'indice Dow Jones calano dell'1,64 per cento, i futures sul Nasdaq cedono il 2,08 per cento.