Crisi, Bce lancia l'allarme: rischio contagio

Su Eurolandia si allunga l'ombra di un contagio della crisi finanziaria. Tanto che il Fondo monetario internazionale avverte: per l'economia mondiale "i rischi al ribasso sono aumentati". E la Banca centrale europea chiede una "azione decisa" sulle politiche di bilancio perché "le circostanze sono molto difficili". Gli spread danno tregua all'Italia e alla Spagna, che negli ultimi giorni avevano toccato con mano quanto sia vicino il pericolo di un allargamento dell'incendio divampato in Grecia e allargatosi a Irlanda e Portogallo. Ma l'allarme resta evidentemente alto se il Fmi, di fronte allo stallo sul nuovo salvataggio che ha fatto slittare un vertice europeo a un passo dalla convocazione ufficiale, chiede di agire "con urgenza per gestire la crisi e ridurre i rischi di contagio". Spiegando che "i rischi di una mancata soluzione alla crisi sono seri". E che anche il sistema finanziario "resta vulnerabile", con il rischio che degli "shock" possano avere "significative ripercussioni". Anche la Bce, nel suo bollettino mensile, invita a non abbassare la guardia di fronte a una crisi nata dal dissesto dei conti pubblici e che continua ad alimentarsi dell'«incertezza» sul salvataggio di Atene. «I Paesi dell'area euro - avverte l'Eurotower - devono come minimo onorare gli impegni di risanamento dei conti pubblici previsti, per il 2011 e oltre, nell'ambito delle rispettive procedure per i disavanzi eccessivi». L'invito, che sembra andare in parallelo con quello ieri rivolto all'Italia dal governatore della Banca d'Italia (e dal prossimo novembre presidente Bce) Mario Draghi, è al massimo rigore possibile. «Fondamentale» - dicono gli uomini di Jean-Claude Trichet - è precisare misure di risanamento per il 2012 e oltre, per persuadere i cittadini dell'area euro ma anche i mercati«. Come detto ieri da Draghi, occorre però anche rilanciare la crescita: con »riforme strutturali consistenti ed esaustive - dice oggi la Bce - per rafforzare la competitività, la flessibilità e il potenziale di crescita a lungo termine«. Lo richiede l'allarme sui mercati, con l'attacco che fra venerdì e lunedì scorso ha fatto temere per l'Italia. »I timori di una propagazione della crisi ad altri Paesi dell'area dell'euro oltre Grecia, Irlanda e Portogallo hanno continuato a pesare sul clima«, dice la Bce riferendosi ai giorni di giugno ed evocando »aumenti dei differenziali sulle obbligazioni sovrane« anche in altri Paesi oltre a quelli già soccorsi dalla Ue e dal Fondo monetario internazionale. Anche se un ruolo l'ha giocato anche la fuga verso investimenti rifugio come il bund tedesco, facendone arretrare i rendimenti e di conseguenza gonfiando lo 'spread' di Paesi come Italia e Spagna. Un quadro che sembra preoccupare l'Eurotower. Perchè anche se regge, la crescita è rallentata nel secondo trimestre. L'occupazione migliora, ma è restata al 9,9% a maggio. E l'inflazione al galoppo (2,7% a giugno) fa dire alla Bce che le condizioni monetarie sono ancora "accomodanti", e occorrerà "seguire con molta attenzione tutti gli sviluppi relativi ai rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi".