Il Financial Times difende euro e Italia

I mercati stanno esagerando con l'allarmismo sull'area euro e sull'Italia, e all'opposto continuano a prendere troppo alla leggera gli squilibri di bilancio degli Stati Uniti. Lo afferma il Financial Times, in un articolo della rubrica di approfondimento "Lex Column" nell'edizione online, che prende in esame la questione a cui il quotidiano continua a dedicare l'apertura: l'ondata di vendite che ha investito la Borsa di Milano e le pressioni ribassiste sui titoli di Stato del Belpaese, guardata in parallelo all'apparente "noncuranza" sui rischi della posizione di bilancio degli Usa. "L'Italia è l'ultimo punto di pressione europeo", e da inizio maggio si è verificato un forte aumento degli indicatori sui costi dei contratti di assicurazione contro l'insolvenza sui bond dell'Italia. "Questo ha poco senso - dice il Ft - Per almeno un decennio i politici italiani, sia di destra che di sinistra si sono piegati al tecnocrati del Tesoro italiano. E questo dovrebbe proseguire con o senza forte crescita economica. Il livello di debito del paese, al 119 per cento del Pil è ben troppo alto, ma il prossimo anno dovrebbe stabilizzarsi". Gli operatori animati da sentimenti ribassisti sull'Italia "si preoccupano delle sue banche.  Ma non ci sono segnali di una incombente crisi in un paese che non ha avuto una bolla nell'immobiliare". Invece secondo il quotidiano "la paura più ragionevole" è quella che riguarda l'irrazionalità degli stessi investitori. "Una ritirata degli acquirenti dai titoli di Stato finirebbe per creare una crisi sui finanziamenti" del paese, si legge nella rubrica , "poco importa quanta austerità di bilancio metterebbe in campo il governo". All'opposto, nonostante l'elevato deficit di bilancio, superiore a quello dell'area euro, i premi di rischio su titoli di stato statunitensi restano molto contenuti, come sulla Germania, che invece ha un bilancio notoriamente solido. "Perché queste differenze di trattamento? Gli investitori potrebbero ricordarsi come era il mondo prima dell'euro e immaginare facilmente cosa accadrebbe dopo una frattura dell'area valutaria. Ma non possono veramente immaginare un mondo finanziario non costruito sul debito americano". Tuttavia secondo il Ft "questa mancanza di immaginazione è pericolosa". Perché se "le pressioni di mercato hanno spronato i paesi dell'area euro, Italia inclusa ad agire responsabilemente", la loro "noncuranza sta permettendo agli Usa di flirtare sull'orlo del disastro". In pratica "da una sponda dell'Atlantico i mercati stanno rendendo l'area euro più rischiosa di quanto sia necessario. E dall'altra parte trattato gli Usa in maniera meno rischiosa di quanto sia".