Concretezza e chiarezza per rilanciare il Paese

Letornate elettorali hanno dimostrato un voto contro. E chi ha votato non si è turato il naso o non ha ragionato. Affermazione che non vuole mancare di riguardo al risultato delle urne, da rispettare e accettare con sportività. Con curiosità ho incontrato un assessore regionale del Sud. L'uomo politico era stato interpellato per risolvere un caso problematico. Il progetto in esame riguardava le azioni da intraprendere per rimettere in carreggiata una azienda. Ho ascoltato, da parte dell'amministratore locale, un ragionamento sensato riguardante la socialità (posti di lavoro) e la economicità della iniziativa. Con grande lucidità il nostro uomo, ha sottolineato come la missione della Regione non può essere quello di un ospizio che sfama i derelitti. La Regione deve fare molta attenzione alle risorse che vanno indirizzate per la promozione di iniziative per il sostegno del territorio. Non convogliate in operazioni che di economico non hanno nulla. Se non quelle di ingrassare faccendieri. Al riguardo il politico ha lamentato la mancanza di rappresentanti bancari del territorio muniti di delega per poter agire con concretezza eliminando parole inutili. Questa lunga citazione ha voluto mettere in risalto che debito e chiacchiere non riempiono la pancia. La classe politica ha sicuramente necessità di rigenerarsi. Deve saper colloquiare in maniera semplice. Si deve liberare di faccendieri imbonitori e untuosi. La gente si capisce vivendola. Concretezza e chiarezza saranno i due ingredienti che potranno far riconciliare il popolo con la politica. Che è, e deve essere un'arte, mestiere non adatto a quelli nani. Di cervello. Che va usato per rilanciare l'economia.