Ancora record per i prezzi degli alimenti

Èl'allarme lanciato dalla Fao, che non nasconde la preoccupazione per le conseguenze che gli incrementi potranno avere nei Paesi a più basso reddito costretti ad importare materie prime alimentari. L'indice dell'organizzazione che si basa su un paniere composto da materie prime come grano, riso, carne, prodotti caseari e zucchero, è schizzato lo scorso mese a 231 punti, il 3,4% in più rispetto a dicembre. Il picco di gennaio è il più alto mai registrato da quando la Fao ha iniziato la rilevazione dell'indice, ovvero dal 1990. Tutti i prezzi delle materie prime monitorate sono aumentati, ad eccezione di quello della carne che è rimasto invariato rispetto a dicembre. I problema del rincaro dei prezzi di generi alimentari è inoltre tra le scintille che hanno fatto scoppiare le proteste in Egitto, Algeria e altri Paesi. Ma le tensioni non si limitano ai soli prezzi aliemntari. A correre sono anche i costi delle materie prime. Non solo petrolio ma anche i minerali come il rame che ieri ha toccato un nuovo livello record sulla soglia dei 10 mila dollari la tonnellata. A spingere l'oro rosso verso l'alto è la forte domanda globale e in particolare quella dei paesi emergenti del Bric. I future sul rame a tre mesi a Londra sono quotati 9.985 dollari la tonnellata contro i 9.945 dollari della chiusura di ieri e dopo aver toccato un livello record di 10 mila dollari. Da giugno il prezzo del rame ha guadagnato più di 60 dollari la tonnellata e dal febbraio 2009 è triplicato. Oltre alla forte domanda mondiale, a spingere verso l'alto e a rendere volatili i prezzi del rame e di altre commodity come stagno e alluminio, specie a breve termine, è anche la speculazione, trainata dagli acquisti dei grandi fondi.