Esuberi Unicredit Soluzione vicina

.Così la trattativa tra la banca e i sindacati sui 4.700 lavoratori in eccesso è a un passo dalla conlcusione. Le parti hanno proseguito il confronto a notte inoltrata ma quanto è emerso nella tarda serata di ieri era un ottimismo di base che lasciava presagire un accordo, probabilmente, annunciato stamattina. Ieri a esprimere il possibile successo della trattativa era stato il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, parlando di condizioni per un accordo discreto. In particolare Sileoni, nel tracciare i punti della la trattativa, ha rammentato che «dagli esuberi obbligatori» si è «arrivati ad esodi incentivati economicamente e alle condizioni che ci siano la stabilizzazione dei precari e nuove assunzioni». Non è ancora chiaro l'impatto regionale del piano di uscite. I numeri non sono mai usciti ufficialmente ma nella regione Lazio si è sempre parlato di una cifra non superiore alle 300 unità. Tutte vicine all'età del pensionamento e dunque accompagnate con incentivi economici fino al raggiungimento dei requisiti. L'impianto della trattativa è incentrato sulla proposta di un premio aziendale per l'esercizio 2010 (da erogare nel 2011) e su esodi volontari e incentivati (anche con 36 anni di servizio, anzichè 40) con un obiettivo di 3.000 fuoriuscite per il 2013. Sarebbe poi garantita l'assunzione, entro la stessa scadenza, di 2.000 dipendenti, di cui mille precari. Intanto Unicredit sta portando a termine un alttro dossier che deve essere assolutamente chiuso uin tempi brevi e cioè quello della nuova governance. L'amministratore delegato, Federico Ghizzoni e i vertici dell'istituto sembrano concordare per Roberto Nicastro, attuale responsabile del retail, come direttore generale. Al momento non è tuttavia stato convocato alcun consiglio di amministrazione nè tantomeno un comitato nomine anche se è, pur vero, per riunire un board bastano 24 ore di preavviso. I nodi sembrano, dunque, sciogliersi con Paolo Fiorentino che nella nuova architettura dell'istituto andrebbe a ricoprire il ruolo di direttore operativo (Chief operating officer). Resta, invece, l'incognita di Sergio Ermotti che manterrebbe l'attuale responsabilità del Corporate e Investment Banking. Sarebbe però ancora da capire a chi il banchiere di Lugano risponderà, se al direttore generale o all'amministratore delegato. Altro nodo è se Ermotti, già dato in uscita nelle ore successive alle dimissioni di Alessandro Profumo, accetterà questa soluzione.