Tremonti: i conti sono a posto

«Nessun problema per il bilancio pubblico, più o meno ci siamo, abbiamo già il consenso istituzionale dell'Europa». All'indomani della pubblicazione dei dati dell'Istat che indicano un calo del deficit, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, in audizione alla Camera, lancia messaggi positivi. E lo fa su più fronti. Smentisce l'ipotesi di un'ulteriore correzione dei conti pubblici, rassicura circa l'impatto del nuovo patto di stabilità in corso di discussione a Bruxelles e sottolinea che tutto sommato lo scenario economico non è poi così disastroso come vorrebbero far credere i professionisti del catastrofismo. Questo non vuol dire però che l'Italia sia al riparo dal riacutizzarsi della crisi. «Rischi possono venire da uno-due Paesi posizionati sull'Atlantico che potrebbero portarci di nuovo ad una situazione complicata» ha messo in guardia il ministro. L'occasione per delineare questo scenario è stata l'audizione alla Camera sullo schema della Decisione di Finanza Pubblica. Tremonti ha assicurato che gli obiettivi 2010 di finanza pubblica «saranno assolutamente centrati». E quanto al nuovo patto di stabilità spiega che «se mai ci fosse un cambiamento della regola» per il suo calcolo, «sarebbe a partire dal 2016 nella logica della coesione con il Parlamento europeo». E comunque dal momento che «la posizione dell'Italia è molto meno infelice di altri Paesi quando «prenderà forma la nuova versione del patto europeo» la posizione del Paese sarà «straordinariamente confortevole». A chi punta l'indice sul debito, Tremonti risponde che questo «cresce solo perché è sceso il pil, non perché abbiamo fatto politiche di spesa». E poi non è sul debito che affondano le radici della crisi ma, avverte il ministro, nella finanza privata. Siccome i conti sono a posto, la finanziaria, che sarà presentata tra pochi giorni sarà «esclusivamente tabellare e recepirà i numeri del decreto di luglio». Il ministro tuttavia apre alla possibilità di una revisione del patto di stabilità interno: «stiamo discutendo questa materia con l'Anci, ma fermi i saldi finali».