Draghi taglia in Bankitalia

Ha rinviato l'incontro con i dipendenti più volte. Poi ieri il Governatore Mario Draghi si è deciso, si è seduto al tavolo con le organizzazioni sindacali, e ha tirato fuori un bel paio di forbici. Metaforiche si intende. Già, il ministro Tremonti con il decreto di luglio aveva tentato di estendere il blocco degli stipendi pubblici anche al personale della Banca d'Italia. La Banca centrale europea lo aveva escluso in nome dell'indipendenza riconosciuta agli organismi monetari. Ma di fronte all'opinione pubblica un segnale, in nome della solidarietà, doveva essere dato. Così è arrivata la proposta di Draghi. Amara per i lavoratori e non solo. La prima rasoiata ai costi colpirà, infatti, il Direttorio, l'organismo di vertice di Palazzo Koch. I cinque componenti, Draghi compreso, dovranno accettare uno sconto secco del 10% sugli emolumenti finora concessi. La scure del numero uno di via Nazionale però potrebbe rivelarsi pesantissima per il personale dipendente. Che dovrebbe accettare un blocco degli stipendi per il triennio 2010-2013 e accontentarsi di una somma a titolo di indennità di vacanza contrattuale in linea con quella stabilita per il pubblico impiego. A questo si aggiungerebbe la sospensione, nello stesso triennio, degli adeguamenti di alcune voci del trattamento economico (e cioè le missioni e le spese di rappresentanza). Ma la pillola dell'austerity sarà durissima da ingoiare per i gradi più elevati di Palazzo Koch. Nei piani di Draghi c'è, infatti, la riduzione dei salari più alti. Dal primo gennaio 2011 e fino alle fine del 2013 a soffrire saranno tutti quelli che guadagnano sopra i 90 mila euro lordi. Nella parte tra 90 e 150 mila euro dovranno rinunciare al 5%. Una percentuale che sale al 10% per la parte eccedente i 150 mila. Unica consolazione la previdenza (i contributi saranno versati sulle intere retribuzioni). E, in pieno stile anglosassone, il fatto che resteranno fuori dal blocco gli aumenti legati al merito e alla produttività. Stop per ora, con rinvio al 2014, anche a un'eventuale riforma delle carriere. Un brutto colpo per i lavoratori di Bankitalia che hanno opposto a Draghi i risparmi già assicurati al bilancio pubblico con la razionalizzazione della rete di filiali sul territorio, circa 80 milioni di euro, che a Via Nazionale non sembrano però essere bastati. Ora Draghi aspetta le legittime controproposte. Ma le organizzazioni hanno poco tempo. Il Governatore ha intenzione di chiudere gli accordi entro il primo novembre. La trattativa è aperta.