Oggi l'ok dei soci alla doppia Fiat

Nasce oggi la doppia Fiat L'assemblea degli azionisti, convocata al Lingotto di Torino, darà il via libera all'operazione di scissione dell'Auto dai trattori della Cnh e dai camion dell'Iveco, con la nascita di due società autonome, operative dal primo gennaio 2011.   È l'operazione che segnerà la più grande trasformazione del gruppo negli ultimi decenni e ridisegnerà il ruolo storico della famiglia Agnelli, ma potrebbe anche aprire la strada a nuove alleanze nel settore auto. Al Lingotto, alla vigilia dell'assemblea, la Consob ha chiesto di fornire maggiori dettagli sui debiti e sui criteri della loro ripartizione fra le due società: nel «pro forma 2009» il debito industriale del settore auto post scissione è valutato a 714 milioni di euro, mentre quello a capo a Fiat Industrial è pari a 3,67 miliardi di euro. Davanti agli azionisti i vertici della Fiat daranno quindi le prime integrazioni al documento informativo del 4 settembre, volute dalla Consob «per assicurare un'informazione corretta e completa al mercato». E Sergio Marchionne, che dopo l'assemblea incontrerà la stampa, potrebbe dare anche qualche indicazione sulla trattativa in corso con gli sceicchi di Mubadala, il fondo sovrano di Abu Dhabi per riportare a casa il 5% della Ferrari. Dallo spin off nascerà Fiat Industrial alla quale saranno trasferiti macchine agricole e movimento terra, veicoli industriali e relativi motori. Una società da 17,9 miliardi di ricavi e un rosso di 564 milioni, in base ai dati del pro-forma 2009. Accanto ci sarà la nuova Fiat Spa che deterrà le attività auto, i componenti e i motori, ha un giro d'affari di 32,68 miliardi di euro e un risultato consolidato netto negativo per 277 milioni. All'operazione guarda con attenzione anche il sindacato. «È evidente la scelta - osserva il numero uno della Uil, Luigi Angeletti - di focalizzare molta attenzione sul settore auto, per costituire una vera e propria società internazionale con Fiat auto e Chrysler. Probabilmente questo consentirà di raggiungere l'obiettivo molto ambizioso che l'amministratore delegato Sergio Marchionne si è posto, di produrre 5 milioni di vetture all'anno». «L'azienda si sta riorganizzando a livello internazionale, e anche nazionale - commenta il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - ma il problema vero è se Fiat in questo momento cruciale farà gli investimenti che abbiamo pattuito, i 20 miliardi di euro».