Stop di Emma a Montezemolo "Il nostro ring non è la politica"

SANTA MARGHERITA LIGURE - «Il nostro mestiere non è salire sul ring della politica ma quello della sfida competitiva». Un attacco frontale, inaspettato nella sua durezza. Emma Marcegaglia non attende nemmeno di salire sul podio del convegno dei giovani di Confindustria ma bloccata all'ingresso della sala dalle telecamere, sbotta, si sfoga. L'arringa di Luca di Montezemolo, del giorno prima, il tono sferzante con cui il presidente della Ferrari ha incitato il mondo imprenditoriale «a smetterla di lagnarsi dalla tribuna» ma a scegliere la strada dell'impegno politico per cambiare le cose, non sono andate giù alla presidente della Confindustria. Montezemolo che non rinuncia al ruolo di punto di riferimento per le imprese, che si arroga il diritto-dovere di indicare la strada, le priorità, Montezemolo che forse cerca una base di consenso elettorale nella sua casa-Confindustria; tutto questo è parso alla Marcegaglia e tutto questo andava fermato, smontato. Così guardando negli occhi, uno ad uno i giovani imprenditori in sala, ribadisce che la loro strada è un'altra, che la vocazione degli imprenditori non è certo la politica. «Il ring per le imprese è la crescita, la sfida competitiva non la politica». Poi sottolinea di aver detto di no a Berlusconi che la voleva ministro allo Sviluppo Economico, «perché se avessi accettato la proposta avrei abdicato alle mie responsabilità». Non si ferma qui e mentre nla platea la segue silenziosa, ribadisce che «sono in troppi a voler fare tanti mestieri mentre è bene che ognuno faccia il proprio mestiere e bene». Il che non significa che gli imprenditori «non debbano pungolare la politica e fare propposte» ma mantenendo fermo il proprio ruolo. Se poi «altri fanno altre scelte» e chiude qui con l'ultima frecciata velenosa, «si tratta di una scelta politica». E contro la discesa in campo di Montezemolo si era lanciato anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, prima dicendo di voler «parlare di cose serie» poi facendo ricorso a una citazione di Seneca: «Non esiste vento favorevole per un marinaio che non sa dove andare». Come dire che al di là delle esternazioni, delle allusioni, occorre un progetto, degli obiettivi. Non solo. Sacconi aveva anche elogiato il «coraggio con cui la Marcegaglia si era opposta ai veti della Cgil, firmando la riforma del modello contrattuale» congelata da Montezemolo. Nel discorso della Marcegaglia non c'è solo l'attacco a Montezemolo. La presidente della Confindustria ha chiesto al governo l'apertura subito di un tavolo per la riforma delle imposte. Quanto all'ipotesi di rendere possibili i referendum per l'abrogazione delle leggi fiscali, «è preferibile la riforma fiscale». «Le tasse vanno abbassate a chi tiene in piedi il Paese ovvero alle imprese, sulle quali grava una imposizione del 48% contro il 25% della Germania, e ai lavoratori» è la richiesta della Marcegaglia. La presidente della Confindustria è anche tornata sulla manovra economica. «Va bene il rigore ma ora occorrono risorse per la crescita, per investire in ricerca, innovazione e infrastrutture». E indica nella manovra della Germania «l'esempio da seguire» giacché «è stata fatta una scelta di rigore nei conti pubblici ma anche di competitività». La Germania può quindi essere «considerata il benchmark dell'Europa». Ora occorre però che «la manovra non sia spolpata in Parlamento perché sarebbe un danno enorme, anzi va rafforzata». L'obiettivo è la riduzione degli sprechi a cominciare da quelli della politica.