Gli enti inutili si salvano ancora

Restano, resistono e non mollano. Sono gli enti inutili. Quelli che lo Stato cerca da tempo di far fuori. Di far scomparire. Ma non c'è nulla da fare. La caccia partita nel 2007 a strutture nate anche settanta anni fa e, oggi, con missioni improbabili non ha dato risultato. È il caso, ad esempio, dell'Onfa, acronimo di Opera nazionale per i figli degli aviatori istituito con regio decreto nel 1937. Oppure del Pio Istituto elemosiniere che non sfigurerebbe in un bel racconto di De Amicis. Ma tant'è. E oggi al consiglio dei ministri è in arrivo un decreto legge che consentirà, se approvato, di allungare la vita a una decina di organizzazioni che dovevano «spirare» il prossimo sabato. Enti destinati a scomparire già nel 2008 per effetto di una norma della finanziaria del governo Prodi. Il Professore non riuscì nel suo compito, ma la volontà di tagliarli rimase anche nel governo Berlusconi. Che però all'atto di accompagnarli nel braccio della morte decise di sospendere l'esecuzione fino al 31 marzo scorso. Anche allora non ce la fece. E il termine fu spostato in extremis al 31 ottobre. Ma anche l'ultima scadenza, con il decreto discusso nel preconsiglio ieri, non sarà rispettato. La tagliola soppressiva prevista nell'articolo 26 della legge 133 dell'agosto 2008 non scatterà per enti oltre ai citati come l'Unione nazionale per il tiro a segno (Uits) e l'ente per lo sviluppo dell'irrigazione in Puglia, Lucania e Irpinia. E ancora per l'Unione accademica nazionale findata nel 1923, la Fondazione «Vittoriale per gli italiani» e l'ente Opere laiche palatine pugliesi. Pericolo scampato anche per l'istituto di beneficenza «Vittorio Emanuele III» e il Comitato per la stabilizzazione dei Balcani. Menzione a parte merita l'ente irriguo Umbro Toscano talmente inutile che la sua proroga di un anno ha richiesto un esplicito articolo del decreto legge. Non solo. Il testo ribadisce che nessuno toccherà quegli enti già salvati con un apposito decreto interministeriale (Funzione pubblica e Semplificazione normativa) del 2008. Tra questi l'Accademia della Crusca, l'Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, la Cassa Conguaglio trasporti di Gas di petrolio liquefatto e quella per il settore elettrico. E ancora il Comitato olimpico nazionale italiano, l'Ente teatrale italiano e l'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente. Insieme alla sopravvivenza della Lega italiana per la lotta ai tumori. E se per quest'ultimo la sopravvivenza sembra, a rigor di logica legittima, per gli altri vale il detto: «Finché c'è vita c'è speranza».