Pensioni, Bruxelles bacchetta l'Italia «Va alzata l'età delle donne nel settore statale»

Mercoledì25 giugno, salvo colpi di scena, l'esecutivo comunitario darà il via libera all'invio della lettera di messa in mora dell'Italia in base a quanto previsto dall'articolo 228 del trattato Ue, primo passo della procedura. A Bruxelles si sottolinea che l'apertura di una nuova procedura d'infrazione è un atto dovuto, poichè dalla sentenza della Corte sono passati sette mesi senza che l'Italia si sia adeguata. I contatti tra il governo di Roma e la Commissione Ue comunque non si sono mai interrotti e proseguiranno anche dopo la decisione del 25 giugno. Il commissario Ue per gli affari sociali Vladimir Spidla, sarà infatti il giorno seguente a Roma dove incontrerà il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi proprio per parlare del dossier. La sentenza della Corte Ue risale al 13 novembre 2008 e ha condannato l'Italia per violazione del principio sulla parità di trattamento tra uomini e donne, considerando discriminatorio il regime previdenziale pubblico italiano. La Commissione Ue ha ripetutamente richiamato le autorità italiane a provvedere. Una lettera di avvertimento era stata indirizzata al governo dalla Commissione il 23 dicembre scorso. Roma aveva subito dichiarato la volontà di mettersi in regola e lo stesso Berlusconi aveva assicurato che si stava lavorando per evitare una nuova procedura d'infrazione.