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Eurolandia, è ancora recessione Bce, maxi taglio dei tassi: -0,75%

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Per l'area dell'euro gli economisti prevedono una riduzione tra mezzo punto e 0,75 punti, rispetto all'attuale 3,25 per cento del costo del danaro. Sulla sterlina potrebbe spingersi a un intero punto dall'attuale tre per cento. Taglio da record sui tassi d'interesse della Bce: il principale livello di riferimento sul costo del danaro scende di 0,75 punti al 2,50 per cento. E' quanto ha deciso il Consiglio direttivo della Banca centrale europea nella riunione tenuta oggi a Bruxelles. Una mossa superiore alle attese più accreditate tra gli analisti, che indicavano un taglio di 0,50 punti, anche se alcuni non escludevano un intervento più deciso. A partire dal 10 dicembre nell'area euro il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento scende al 2,50 per cento, mentre il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi presso la Banca centrale calano, rispettivamente, al 3,00 per cento e al 2 per cento. E sempre oggi sono stati rivisti in peggio i dati sull'attività delle imprese del terziario a novembre, con l'indice sui direttori degli acquisti (Pmi), come era già accaduto per il manifatturiero. In questo modo l'indicatore composito risulta ora calato a 38,9 punti, dai 43,6 di ottobre, sempre più lontano dalla soglia dei 50 punti che demarca il limite tra espansione e recessione.   Nel terzo trimestre dell'anno, il Pil del'area euro e' sceso dello 0,2% come anche quello dell'insieme dell'Unione Europea. Secondo le prime stime pubblicate oggi da Eurostat, e corrette dalla variazioni stagionali, su base annua c'e' stato un aumento rispettivamente dello 0,6 e dello 0,8%. Si confermano i segnali di crisi: su base mensile si registra infatti un peggioramento nell'UE rispetto al secondo trimestre quando il pil era rimasto stabile, mentre su base annua, c'era ancora una crescita dell'1,4 e dell'1,7%. L'Italia si colloca al di sotto della media con un calo dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% su base annua. Nel secondo trimestre gli stessi valori erano rispettivamente a - 0,4 ed e - 0,2%. La situazione in Europa e' in ogni caso peggiore di quella registrata negli Stati Uniti e nel Giappone, con un calo dello 0,1% in entrambi, dopo un + 0,7% negli USA ed un -0,9% in Giappone per il secondo trimestre. Su base annua, il PIL e' aumentato negli USA dello 0,7%, dopo un +2,1% nel secondo ed in Giappone e' rimasto fermo dopo un aumento dello 0,7% nel secondo trimestre.

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