Alessandro Usai a.usai@iltempo.it Gli Stati Uniti non ...

Complessivamente dall'inizio dell'anno l'economia americana ha perso 605 mila posti di lavoro. La batosta dei mutui sub prime fa ancora male: i pignoramenti immobiliari sono saliti al 2,75%, quasi il triplo rispetto ai tempi del boom del mattone. Risultato: tutti giù per terra. In Borsa si è archiviata la peggiore settimana da 5 anni. La prima doccia fredda era arrivata all'alba dalla chiusura fortemente negativa dei mercati asiatici con Tokyo in flessione del 2,75%. Così i listini europei non sono stati da meno e hanno bruciato 140 miliardi di euro. Dietro la fotografia scattata dai freddi numeri si vedono le ombre di un rallentamento dell'economia mondiale i cui effetti nella vita di tutti i giorni si fanno sentire: dalla spesa troppo salata ai supermercati al prezzo della benzina che sale in fretta con le fiammate del petrolio e scende con parsimonia. E per di più le prospettive sono negative. L'analisi dell'economista di Goldman Sachs, Jim O'neill, non fa stare allegri: «Le economie del G7 sono vicine alla recessione - spiega - e l'Italia si trova in una posizione di grande debolezza nell'eurozona a causa della bassa crescita della produttività». Il commissario europeo Almunia, sposta il tiro sul calo dei consumi: «Siamo in un periodo di forti shock dei mercati che si ripercuotono anche attraverso il peggioramento della fiducia dei consumatori». Il commissario invita a guardare avanti, alle cose da fare, agli aiuti per le fasce più deboli e al contenimento dell'inflazione. Peccato che la Bce, proprio in nome dell'inflazione, abbia troppo spesso alzato i tassi di interesse. Forse ora farebbe bene a tagliarli in fretta.