«Banche Popolari, modello anti crisi»

Di più le Banche Popolari, all'interno del contesto italiano, evidenziano una posizione ancora più equilibrata. I derivati finanziari da esse posseduti a fine 2007 rappresentavano meno del 7% del valore complessivo dell'operatività dell'intero sistema bancario. Un'esposizione estremamente limitata. Danni marginali per una volta. Chi si deve ringraziare? I criteri per la concessione del credito più rigidi imposti dalla nostra legislazione. E il controllo scrupoloso, della loro applicazione, da parte della Banca d'Italia. Le grandi banche riscoprono la prossimità al cliente. Temete questo nuovo orientamento? La concorrenza è sempre salutare. Sarà una lotta dura per i grandi istituti competere con le Popolari, che per vocazione originaria sono da sempre vicine alle Pmi e alle famiglie. Difficile togliervi spazio? Sì. Lo spiegano i dati. La quota dei prestiti di importo fino a 5 milioni di euro del Credito Popolare concessi alle Pmi è superiore al 72%. Nelle altre banche lo stesso parametro è al 42%. Per quanto riguarda i prestiti concessi alle famiglie, la quota di mercato delle Popolari va approssimandosi al 25% del totale di sistema. Sono sempre di più le voci a favore della diversità vincente delle banche localistiche. L'ultima è stata Anna Maria Tarantola, Direttore Centrale per la Vigilanza di Banca d'Italia. È un riconoscimento al ruolo delle Banche Popolari? Fa piacere sentire che la nostra linea di azione sia modello vincente. Le Popolari, infatti, restano banche locali del territorio anche se continuano a guadagnare quote di mercato. Qual è l'elemento distintivo? Il localismo è una caratteristica originaria legata alla loro storia che permane viva ancora oggi. Questo fa si che le Popolari siano tradizionalmente vicine ai propri clienti. La vicinanza è testimoniata dalla rete degli sportelli, dal minor grado di «turnover» del personale, che consente una migliore conoscenza da parte loro della clientela e delle problematiche e opportunità espresse nelle aree di riferimento. Si è aperta la stagione assembleare delle banche. Quali indicazioni le giungono sullo stato di salute del comparto? Gli istituti popolari godono di ottima salute. Oggi le Banche Popolari rappresentano quasi il 27% degli sportelli, il 25% della raccolta bancaria e più del 23% degli impieghi, oltre un milione di soci e 10 milioni di clienti. I dati di bilancio che cominciano ad essere diffusi mostrano risultati molto confortanti.