Alitalia alla prova esuberi

L'obiettivo del governo è tentare di ricucire lo strappo tra le nove sigle rappresentative dei lavoratori e Air France-Klm. La compagnia franco-olandese ha fatto sapere che non intende più modificare il piano di acquisto, nonostante i sindacati abbiano presentato una proposta alternativa (rispedita al mittente) da cui partire per ricominciare a trattare. Il dossier, comunque, passerà nelle mani del nuovo inquilino di Palazzo Chigi, tant'è che il prossimo incontro tra i vertici della Magliana e i sindacati è fissato dopo il voto: l'incontro era previsto per ieri, ma le nove sigle sindacali sono state convocate dall'azienda per martedì prossimo 15 aprile alle ore 15 ed è evidente che l'esito delle elezioni avrà un peso determinante ai fini del negoziato. Il cda dell'aviolinea ha assicurato la continuità aziendale ma ha fatto presente che i tempi sono strettissimi e che in cassa le risorse finanziarie disponibili ammontano a 170 milioni (cui si aggiungono 69 milioni del credito verso l'erario incassato il 2 aprile scorso). Soldi che possono garantire la sopravvivenza dell'azienda per un altro paio di mesi, visto che Alitalia brucia quasi 2 milioni di perdite al giorno. Il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha ribadito: «Air France deve ascoltare anche le nostre ragioni». E il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi lancia un appello ai sindacati: «Il tempo delle analisi è finito. Non facciamo mosse azzardate, al di fuori della trattativa con Air France-Klm c'è solo la prospettiva del fallimento». Bianchi oggi siederà al tavolo insieme a Enrico Letta e ai ministri del lavoro Cesare Damiano, dello sviluppo economico Pier Luigi Bersani e del sottosegretario all'Economia, Massimo Tononi. Intanto il titolo Alitalia è stato ieri riammesso in Borsa, ma è stato escluso dagli scambi, cioè trattato solo nel corso dell'asta finale. In apertura di seduta, ha comunque segnato un calo teorico del 21% per poi concludere la sessione con un tonfo sempre del 21% a 0,395 euro.