La Bce lascia fermi i tassi al 4% Ma lancia l'allarme sull'inflazione

Siamo pronti a intervenire». L'appello è rivolto ai protagonisti delle negoziazioni salariali che si stanno aprendo in vari paesi d'Europa e a cui il Consiglio della Bce «guarderà con particolare attenzione». E cioè a «lavoratori, sindacati, imprenditori e governi per quanto riguarda il pubblico impiego: pensate e agite nella consapevolezza che, una volta esaurita questa fiammata dei prezzi, l'inflazione tornerà non lontana dal 2%». Un invito, quindi, «alla responsabilità» e a chiedere e concedere aumenti salariali non esagerati, in linea con il normale andamento dei prezzi che, nella seconda del 2008, dovrebbero «gradualmente» scendere. La moderazione salariale «è un imperativo» ha sottolineato il presidente dell'Eurotower, osservando come «le forti pressioni al rialzo sui prezzi sono confermate». Il periodo di inflazione elevata «sarà più lungo del previsto», con i prezzi che nei prossimi mesi si manterranno saldamente sopra il 2%. Per contrastare i rischi al rialzo alla stabilità dei prezzi, legati a petrolio e alimentari, e quelli del materializzarsi di effetti secondari dell'inflazione sui salari, la Bce è pronta «a intervenire anche in via preventiva» così da far sì che «le aspettative di inflazione restino saldamente ancorate. Ancorare queste aspettative è la maggiore priorità del consiglio direttivo», ha affermato Trichet, sottolineando che sulle crescita dell'area euro pesano «rischi e incertezze», fra questi proprio l'inflazione. A minare l'economia sono anche le incertezze sull'impatto che «il processo di atto sui mercati finanziari di riapprezzamento del rischio possa avere sull'economia» (per favorire il normale funzionamento dei mercati, Trichet ha annunciato due nuove operazioni in dollari a 28 giorni entro la fine del mese. Le aste, condotte nel quadro degli accordi della Fed, avranno il valore di 10 miliardi di dollari ognuna). Pur sottolineando che i fondamentali dell'economia sono «solidi», nel corso della conferenza stampa Trichet non ha definito, come di consueto, la crescita solida, lasciando così intravedere un rallentamento.