Fonti rinnovabili

Una quantità sufficiente a illuminare le due città rivierasche: Messina e Reggio Calabria. A puntare sulle potenzialità delle energie rinnovabili al Sud sono una serie di grosse aziende del settore energetico. Quello di utilizzare il flusso delle correnti del mare è un progetto nato da un'intuizione del noto consulente finanziario internazionale Vincenzo Mazzara che lo aveva sviluppato già nel 2001. Allora la Ansaldo Energia attraverso la Franco Tosi meccanica aveva anche progettato le ruote delle turbine dell'impianto. E una multinazionale canadese la New Brunswjck si era interessata alla possibile realizzazione proprio nello stretto sicilano. Poi tutto fu riposto in un cassetto. Il piano energetico nazionale prevedeva un forte impulso alla generazione di elettricità attraverso le fonti rinnovabili ma l'opzione per l'utilizzo delle correnti marine non fu presa in considerazione. Oggi il possibile rialzo dei prezzi del petrolio, e soprattutto, la ricerca di soluzioni a bassa impatto ambientale ha rimesso in gioco l'iniziale progetto. Che ha oggi tutte le credenziali per presentarsi come complementare all'eolico e al fotovoltaico. Le turbine sono infatti poste a una profondità di oltre 40 metri sotto il livello del mare, un fattore che ne fa un potenziale concorrente delle pale a vento in alcuni casi fortemente contestate dalle comunità in cui sono installate. Non solo. La centrale sottomarina ha un impatto zero dal punto di vista delle emissioni e di smaltimento delle scorie. Un fattore che lo metet in concorrenza con le cellule solari che una volta esaurite sono soggette a costose pratiche di riciclaggio. Le turbine sottomarina hanno dalla loro anche un costo non eccessivo. Le stime sulla carta parlano di un esborso complessivo attorno ai 400 milioni di euro. economia@iltempo.it