Aumenti più bassi rispetto a quelli richiesti dai concessionari

Il provvedimento, firmato nei giorni scorsi dal ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, è già giunto sul tavolo del presidente dell'Anas, Pietro Ciucci. Che ieri ha notificato ai concessionari gli adeguamenti riconosciuti: Ativa 0,74%; Autostrade per l'Italia 0,67% (di cui 0,50% per i nuovi investimenti previsti dal IV atto aggiuntivo); Autovie Venete 0%; Autostrade del Brennero 2,11%; Autostrada Brescia-Padova 0%; Autostrade Centropadane 0%; Autocamionale della Cisa 0,88%; Autostrada dei Fiori 1,54%; Tangenziale di Napoli 3,38%; Strada dei Parchi 0%; RAV 0,94%; SALT 0%; Autostrade Meridionali 0%; Società Autostrada Tirrenica 1,45%; Satap A4 0%; SATAP A21 0,36%; Autostrade Valdostane 10,41%; Serravalle Milano-Milano Tg. 0%; Consorzio Autostrade Siciliane 0%; SITAF 2,55%; Torino-Savona 0%; Venezia-Padova 1,89%. Gli incrementi concessi quindi alle società autostradali sono inferiori alle richieste avanzate dalle stesse concessionarie a settembre scorso: sarebbero infatti state tolte le quote relative agli investimenti previsti ma non effettuati. Gli adeguamenti dei pedaggi sarebbero dovuti scattare all'inizio di gennaio, ma erano stati sospesi dal ministro Di Pietro per permettere nel merito una valutazione del Nars (organismo consultivo del Cipe in materia di tariffe) e anche da parte dell'Anas. economia@iltempo.it