Stop ai costi di ricarica per i telefonini

Scatta domani una delle novità del decreto Bersani sulle liberalizzazioni che ha raccolto maggiori consensi tra i consumatori: l'abolizione dei costi aggiuntivi di ricarica. Una data molto attesa, tant'è che in questi giorni molti utenti hanno preferito restare senza credito piuttosto che pagare per l'ultima volta l'obolo alle compagnie telefoniche che, secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori, non potranno più contare su un incasso di 1,8 miliardi di euro l'anno. Tanto valgono, infatti, le entrate derivanti dai costi fissi di ricarica. A giocare d'anticipo è stata «3» che ha abolito i costi di ricarica già da venerdì. Oggi sarà la volta di Vodafone, mentre Tim li eliminerà domani. All'orizzonte, però, c'è il timore che i gestori possano compensare i mancati introiti attraverso l'aumento delle tariffe. Un'eventualità esclusa dallo stesso ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani che l'ha definita «una paura infondata». Le organizzazioni che tutelano gli utenti promettono che vigileranno sulla piena e corretta applicazione della misura. Pronte, in caso contrario, a rivolgersi alle autorità di controllo e, se necessario, alla magistratura. Non a caso Adusbef e Federconsumatori anche ieri hanno insistito sul tema della trasparenza tariffaria e hanno sottolineato che l'Agcom, l'Autorità di Garanzia per le comunicazioni, ha predisposto una delibera, con cui «obbliga gli operatori a mettere a disposizione dei clienti informazioni sul costo reale delle telefonate, dopo un minuto, 3 minuti e 15 minuti, in base all'offerta commerciale sottoscritta». L'utente, quindi, deve essere informato sul «costo finale comprensivo di Iva, canone, scatto alla risposta, e anche relativo ai servizi di messaggistica (sms e mms), alla telefonia fissa e a internet». I consumatori, inoltre, avvertono che le nuove norme valgono per «per tutte le aziende operanti in Italia, comprese quelle a capitale egiziano». Un riferimento a Wind, dell'egiziano Sawiris, che secondo le associazioni, sarebbe intenzionata a eliminare i costi di ricarica «solo per i nuovi clienti e per i vecchi solo se passano (gratis) a uno dei tre piani della nuova offerta per le ricaricabili, in media meno convenienti». D'ora in poi, quindi, ricaricare il cellulare sarà a costo zero. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 febbraio, il decreto dava agli operatori telefonici trenta giorni per adeguarsi. Quando la legge, un mese fa, è approdata in commissione Attività produttive della Camera, si è subito presentato il rischio di uno slittamento dei termini: le stesse aziende chiedevano più tempo per recepire le novità. Il rischio è poi rientrato ed è stato lo stesso relatore del decreto, Andrea Lulli, durante l'esame in commissione Attività produttive, ad annunciare che non ci sarebbe stato alcun rinvio rispetto alla data del 5 marzo fissata per avviare il taglio delle ricariche. economia@iltempo.it