di FILIPPO CALERI LA TEGOLA caduta in casa Capitalia con la condanna in primo grado da parte del Tribunale ...

Così lunedì prossimo il cda della banca capitolina si riunirà per confermare Geronzi alla presidenza della banca rispettando la volontà espressa dall'assemblea che martedì ha rinnovato i vertici della banca. La stessa riunione rivolgerà poi la sua attenzione alla sentenza del processo Italcase-Bagaglino che vede coinvolti oltre al presidente della banca romana anche il consigliere d'amministrazione, Roberto Colaninno. Se sotto il profilo penale il provvedimento di interdizione dall'esercizio di impresa commerciale e l'inibizione dagli uffici direttivi per due anni è sospeso perché si tratta di una sentenza di primo grado, sotto il profilo societario i consiglieri dovranno applicare l'articolo 6 del decreto del Ministero del Tesoro relativo ai requisiti di onorabilità degli amministratori. Il consiglio di Capitalia sospenderà dalla carica sia Geronzi che Colaninno e convocherà contestualmente l'assemblea, con ogni probabilità per il prossimo 18 gennaio. L'assemblea dei soci sarà chiamata a decidere di non revocare nè il presidente, nè il consigliere dalla carica, in modo che - una volta cessati gli effetti della sentenza - possano essere immediatamente reintegrati nei loro incarichi. A svolgere funzioni di presidente fino all'assemblea dovrebbe essere Paolo Savona, già indicato dal patto di sindacato insieme a Paolo Cuccia come vice presidente. Sulla sentenza di Brescia non è però mancato il commento dei legali di Geronzi che hanno sottolineato come la stessa mostri «un'ingiustificata aggressività». Per quanto riguarda il presidente di Capitalia, hanno sostenuto i legali in una nota, occorre precisare che Geronzi è stato assolto dall'imputazione principale di concorso in bancarotta preferenziale per non aver commesso il fatto ed è stato invece ritenuto responsabile del reato di concorso in bancarotta semplice, «accusa da respingere con assoluta fermezza». Nell'ambito dello stesso provvedimento, i giudici bresciani hanno inflitto, tra gli altri, 4 anni e un mese a Colaninno e Steno Marcegaglia e, appunto, 1 anno e 8 mesi a Cesare Geronzi, Divo Gronchi e Ivano Sacchetti. La pena più alta, 13 anni di reclusione, è stata comminata a Mario Bertelli, fondatore del gruppo Italcase, la holding turistico-alberghiera travolta nel 2000 da un buco di 600 milioni di euro. Le notizie da Brescia hanno subito riacceso i riflettori della borsa sul titolo di Via Minghetti, sensibilissimo da tempo in quanto ritenuto il prossimo protagonista del risiko su grande scala. le azioni Capitalia si sono riportate ieri sopra i 7 euro per poi chiudere con un rialzo dell'1,6% a 6,94 euro.