Energia, Scaroni anticipa l'Ue

Circa un terzo del greggio importato nei Paesi dell'Ue, infatti, proviene da Mosca, che rafforza la sua posizione di leadership tra i Paesi che riforniscono la comunità europea. Dietro, ben distanziate, ci sono Norvegia e Arabia Saudita. La fotografia è quella scattata da Eurostat, e conferma quanto la questione energetica sia di fondamentale importanza nell'ambito dei negoziati per rinnovare la partnership tra Ue e Russia. Quest'ultima, del resto, già fornisce all'Europa il 25% del gas metano di cui ha bisogno. E il numero due del monopolista russo Gazprom, Aleksander Medvedev, alcuni giorni fa - intervenendo alla Conferenza europea sull'energia - aveva sottolineato come questa dipendenza aumenterà nei prossimi anni, fino a salire al 33% nel 2010. L'Italia ha già trovato la strada per garantirsi le forniture grazie all'accordo tra Eni e Gazprom che ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera della Commissione europea. L'operazione condotta dall'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, secondo l'Ue è da considerarsi positiva «nell'ambito della sicurezza degli approvvigionamenti e garantisce la fornitura del gas fino al 2035». Dai dati Eurostat emerge come nel 2005 non sia aumentata la quota complessiva di greggio importato dall'Ue (circa 580 milioni di tonnellate). Ma il 32% è arrivato dalla Russia, a conferma - sottolinea l'istituto statistico europeo - che «questa quota non ha fatto altro che aumentare nel corso degli ultimi anni. La parte russa delle importazioni di petrolio verso l'Europa, infatti, è due volte superiore a quella della Norvegia, secondo fornitore nel settore, e quasi il triplo di quella dell'Arabia Saudita». Eurostat evidenzia ancora come «in rapporto all'anno precedente (il 2004) la quota di importazioni dalla Norvegia è pure aumentata senza però raggiungere i livelli record del 2003». Se la dipendenza dell'Ue aumenta si spiega anche col crollo della produzione petrolifera europea: nel 2005 c'è stato infatti una caduta del 10,4%, per un totale di 119 milioni di tonnellate di greggio. Pesa la «continua e pesante flessione» fatta registrare dal Regno Unito, principale produttore di petrolio nell'Ue, che nel 2005 per la prima volta ha importato più greggio di quanto ne abbia esportato. Un altro dato importante è che mentre resta stabile la quota di greggio importata, è aumentata del 10% la quota di prodotti petroliferi provenienti dai Paesi extra-Ue.