Alitalia, peggiorano i conti. Sindacati sul piede di guerra

Ma grazie ad «alcune partite non ricorrenti» stima di ridurre il rosso di bilancio e di avvicinarsi alla perdita registrata alla fine dell'anno scorso. Fallirà, quindi, l'obiettivo di tornare all'utile nel ieri hanno denunciato la disastrosa gestione operativa e i fallimentari risultati economici e, che di fronte alla cessione di rami d'azienda, minacciano la paralisi della compagnia e turbative dell'ordine pubblico. È una semestrale ancora in salita quella approvata ieri dal consiglio di amministrazione dell'Alitalia. L'aviolinea guidata da Giancarlo Cimoli ha infatti chiuso la prima metà dell'anno con perdite per 221.480 milioni di euro rispetto ai 124.701 (peggioramento di 97 milioni) del 30 giugno 2005 e ai 167.562 di fine 2005, anche se la compagnia fa notare che il risultato operativo del secondo trimestre sostanzialmente in pareggio ha portato la perdita operativa dei primi sei mesi a 132 milioni, pressocchè in linea con quella dei primi tre mesi che era stata di 129 milioni. A causare il peggioramento dei conti, tra l'atro previsto dallo stesso Cimoli, sono stati «il forte innalzamento del prezzo del carburante (+30% per oltre 107 milioni nel semestre rispetto al 2005), la maggiore pressione competitiva delle compagnie low cost e gli impatti negativi degli scioperi di gennaio scorso». Per contro, l'aviolinea rileva che i ricavi del traffico del primo semestre 2006, pari a 2 miliardi di euro, sono risultati in aumento (+2,8%) rispetto al precedente esercizio con un incremento, nel solo secondo trimestre, rispetto al medesimo periodo del 2005 di 54 milioni di euro (+5,0%). Ma i ricavi netti dei primi sei mesi del 2006, pari a 2,2 miliardi di euro, sono stati in calo di circa 36 milioni di euro (-1,6%), principalmente a causa del deconsolidamento dei ricavi di Alitalia Servizi.