Acea frena sull'operazione Hera

I vertici dell'ex municipalizzata romana, infatti, frenano le voci di altre possibili acquisizioni e fusioni a breve termine. In particolare l'amministratore delegato di Acea, Andrea Mangoni, in occasione della presentazione dei dati semestrali, ieri ha smentito le voci di trattative tra il gruppo romano e la bolognese Hera in vista dell'ipotesi di creare un polo delle utility attraverso la fusione fra diverse ex-municipalizzate. I vertici, comunque, non temono di rimanere escluso dal processo di consolidamento che sta investendo le utility italiane. Mangoni ha sottolineato che la società crede «molto in una forte crescita della redditività». E a questo proposito Acea - ha aggiunto - punta a un consolidamento, in particolare, in Lazio e Toscana. L'amministratore delegato non ha voluto commentare le ipotesi di fusione che vedono protagoniste, oltre, ad Hera, anche Aem e Asm Brescia. Sui conti pesano le acque toscane. L'ingresso in Publiacqua, società che gestisce il servizio idrico integrato in Toscana, ha dato un contributo significativo all'aumento delle performance del gruppo presieduto da Fabiano Fabiani che ha chiuso i primi sei mesi dell'anno con un aumento del 21,7% dell'utile netto a a 59,4 milioni di euro (+21,8% a 0,2789 l'utile per azione rispetto allo stesso periodo 2005) e ricavi in crescita del 30,5% a 990,6 milioni. Nel primo semestre, gli investimenti sono passati a 131,2 milioni di euro (erano 209,5 nel periodo gennaio-giugno 2005) mentre l'indebitamento finanziario netto consolidato è pari a 1,231 miliardi di euro rispetto ai 1,063 miliardi del 31 marzo 2006 e ai 936,1 milioni del 31 dicembre 2005. «I risultati - si legge in una nota della società - risentono prevalentemente della conclusione dell'operazione di ingresso di Acea in Publiacqua». Nel semestre è poi «proseguito il processo di acquisizione delle gestioni idriche in nuovi comuni dell'Ato2-Lazio Centrale e nel mese di gennaio è stata riavviata la centrale di Voghera», dopo il dissequestro disposto dalla Cassazione. Oltre all'impennata di utili e ricavi, i conti semestrali registrano un un mol (margine operativo lordo) a 206,5 milioni (+12%) ed un ebit a 122,5 milioni (+12,3%).