Esuberi

Dopo il varo da parte dei due cda e soprattutto alla luce delle notizie secondo cui l'aggregazione comporterebbe 15.000-20.000 esuberi, le organizzazioni dei lavoratori vogliono vederci chiaro. «Abbiamo già chiesto verbalmente un incontro con l'azienda - dicono i rappresentanti di Fabi, Fiba-Cisl e Uilca - e stiamo per preparare una richiesta formale per avere un quadro più chiaro in attesa della presentazione del piano industriale». Per tutti la stima di 15.000 esuberi è assolutamente inattendibile: alla stregua di «illazioni» per il segretario generale di Fiba-Cisl, Giuseppe Gallo, mentre il segretario nazionale della Fabi, Lando Sileoni dice che sono «dati irreali» e il segretario generale della Fisac-Cgil Mimmo Moccia parla di «cifre campate in aria». Del resto, afferma Sileoni bisogna tener conto degli «ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori del settore». E Moccia avverte che la sua organizzazione è «assolutamente indisponibile a piani di esodo che non siano su base volontaria, a una mortificazione dei livelli professionali e a una politica incentrata solo sull'abbattimento dei costi». I sindacati fanno affidamento sulla possibilità che, nel caso di sovrapposizione degli sportelli, si proceda a una cessione ad altri istituti. Moccia non esclude che «un corposo numero di sportelli vada a Credit Agricole come contropartita al suo consenso all'operazione». Per ora, dunque, «ogni valutazione sull'entità degli esuberi è prematura - sintetizza Gallo - bisogna aver elementi più precisi sul piano industriale e soprattutto sull'allegato progetto di sviluppo così da poter valutare come ammortizzare l'impatto occupazionale». Da qui la necessità di un primo confronto con l'azienda o di un «pre-incontro» come lo definisce il segretario nazionale della Uilca, Massimo Masi, «visto che per la presentazione del piano industriale bisognerà aspettare ottobre e novembre». In ogni caso il confronto non potrà prescindere dalla concertazione come tiene a sottolineare la Fiba-Cisl: «proseguiremo sulla base del principio concertativo - conclude Gallo - che ha contrassegnato tutta la prima fase delle aggregazioni bancarie in Italia a partire dalla metà degli anni '90 e che ha comportato nell'arco di 10 anni un esodo di 25 mila bancari».