L'ad di Stretto di Messina Spa sostituisce il dimissionario Pozzi

Ieri l'assemblea dei soci ha rinnovato il cda senza però approvare il bilancio 2005 ma rinviando la seduta a data da definire. L'amministratore delegato della Stretto di Messina spa - considerato uno dei maggiori esperti di trasporti in Italia - va a sedersi sulla poltrona lasciata libera da Pozzi, che ha rassegnato le dimissioni insieme con l'intero consiglio di amministrazione, dopo le accuse alla gestione sollevate dal ministro Antonio Di Pietro. Con l'arrivo di Pietro Ciucci, potrebbe essere presa in considerazione a breve l'ipotesi di far confluire la Stretto di Messina spa nell'Anas, dopo la reiterata posizione del Governo di non procedere alla realizzazione del ponte. Ma oltre alla decisione politica servirebbero comunque anche l'esame della stessa Stretto di Messina nonchè della società aggiudicatrice Impregilo e del ministero delle Infrastrutture. Fanno parte del nuovo Cda, oltre al neopresidente, Enrico Della Gatta (già responsabile Infrastrutture e Trasporti dell'Italia dei Valori), Sergio Scicchitano (avvocato molto vicino al ministro Di Pietro), Uberto Siola (architetto di fama internazionale in quota Ds) ed Eugenio Pinto (professore alla Luiss, è stato in commissioni per il Tesoro e le Finanze e revisore contabile di varie banche indicato dalla Margherita). Il Tesoro, ieri non ha voluto affrontare l'esame dei conti dello scorso esercizio e ha raccomandato al board di perseguire la massima efficienza della gestione aziendale, di predisporre un piano di riassetto e di ridefinizione delle logiche di sviluppo strategico per maggiore efficienza e produttività e di giungere ad una separazione organizzativa tra attività industriali ed attività regolatoria, da esercitare secondo linee di indirizzo stabilite dal ministero delle Infrastrutture. Pozzi aveva deciso di dimettersi dopo che il ministro alle Infrastrutture, a fine giugno aveva chiesto all'azionista il commissariamento della società e inviato una documentazione alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti affermando che l'Anas aveva fatto una duplice attività con lo stesso denaro provocando un «buco» di 3,5 miliardi di euro. Accuse respinte da Pozzi, che l'altro ieri, davanti alla Commissione Lavori pubblici del Senato, ha ancora una volta ribadito la trasparenza e la correttezza della gestione del bilancio e dei conti aziendali consegnando un voluminoso faldone di documenti. «Ciucci è un tecnico di valore ma va reso onore agli amministratori che non hanno provocato alcun buco finanziario - ha detto ieri uno dei componenti della Commissione, Angelo Maria Cicolani, responsabile Trsaporti di Forza Italia - Chi va all'Anas trova una situazione finanziaria pulita anche se in sofferenza ma perchè il Tesoro non dà risorse». In difesa di Pozzi è sceso anche il senatore Luigi Grillo (Forza Italia) secondo cui Di Pietro, «costringendo Pozzi alle dimissioni con accuse gravissime e inesistenti ha fatto tombola. L'Anas è una macchina che andava a 100 all'ora - ha concluso Grillo - a cui è stata fatta interrompere la corsa senza documentazione né critiche motivate».