Gli Agnelli tornano a puntare su India e Asia

Sfruttando la rete di vendita della maggiore industria automobilistica indiana (anche se per il momento saranno soltanto 28 le selezionate concessionarie Tata che dal marzo prossimo venderanno la Palio 1.2 e 1.6 mostrando anche il logo della casa di Torino), il gruppo Fiat cerca di aumentare la sua presenza nel Paese di Gandhi, come è stato nel passato. L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha spiegato che l'India rappresenta una grande opportunità e l'alleanza con Tata va in questo senso. L'India per la Fiat è la porta dell'Asia. Non a caso la Fiat ha cercato fortemente la partnership con una grande azienda anche concorrente, e non in altri Paesi. La storia che lega la casa di Torino al paese di Gandhi è costellata da decenni di successi. Una presenza costante che fa parte della storia dell'India, storia che Marchionne cerca di rinverdire. La prima vettura Fiat fu venduta nel lontano 1905 dal concessionario Fiat in Mumbai. Col tempo l'India è divenuta il più importante mercato in Asia per Fiat: alla fine degli anni Venti l'11% delle vetture importate in India avevano il marchio Fiat. Dopo la seconda guerra mondiale, poi, la presenza delle auto Fiat è cresciuta in in maniera significativa. Per una trentina d'anni, a partire dal dopoguerra, auto in India significava Fiat. La gloriosa 1100 rappresentava l'alternativa alla vecchia Ambassador di coloniale memoria e il sogno di tutti gli indiani. Ancora oggi a Mumbai, l'ex Bombay, nella capitale economica dell'India, la quasi totalità dei taxi sono 1100 Fiat. L'auto della famiglia Agnelli in India era una istituzione. Politiche commerciali sbagliate, errori strategici, una joint venture (quella con l'indiana Pal) andata a male, incapacità di competere e soprattutto la mancanza di una rete di distribuzione e di assistenza capillare, essenziale per questo Paese, hanno poi ridotto al lumicino la presenza del settore automobilistico della Fiat in India, dove il gruppo conserva ancora forte la presenza in quello dei camion e dei trattori. Dal 1996, anno dell'inizio della parabola discendente, ad oggi il gruppo ha investito oltre 600 milioni di dollari, gran parte nella costruzione di uno stabilimento mai andato realmente in funzione. Il secondo è stato allagato lo scorso agosto nelle alluvioni che hanno colpito l'India centrale.