No della Bce alla banconota da un euro

A mettere una pietra sopra al dibattito sull'opportunità di adottare anche in Europa, come negli Usa, il biglietto da 1 euro è la Banca centrale europea che, nel suo ultimo bollettino mensile, afferma nero su bianco: l'introduzione dei biglietti cartacei di piccolo taglio avrebbe più svantaggi che vantaggi a causa di una domanda insufficiente ed elevati costi di stampa e trattamento. A tre anni e mezzo dall'arrivo della nuova moneta nelle tasche degli europei, l'Eurotower traccia anche un primo bilancio, e l'analisi sul suo andamento è positiva: «l'euro continua a consolidare la sua posizione di moneta ben affermata», afferma, ricordando che sono nove miliardi i biglietti in circolazione e 120 miliardi l'anno le transazioni per cui vengono utilizzati. La richiesta di nuove banconote e monete cresce in tutti i Paesi dell'Unione - spiega ancora la Bce - anche se in maniera più lenta del loro valore, col risultato di farne aumentare il valore medio unitario, che è salito da 43,7 a 54,0 euro tra la fine del 2002 e la fine di giugno del 2005. In particolare, la domanda è più elevata per i tagli da 50 e da 500 euro, a cui sono ascrivibili oltre i tre quarti dell'incremento del valore del circolante nel 2003 e 2004. Mentre le banconote che più si deteriorano sono quelle di valore più basso, ovviamente più utilizzate. Stabile il trend con cui il nuovo conio riaffluisce nelle casse della banche centrali nazionali, che hanno il compito di reimmettere in circolazione la valuta a condizione che la loro autenticità e idoneità all'uso siano state controllate. A Francoforte stanno già lavorando alla seconda serie di banconote in euro, che verranno emesse entro la fine di questo decennio. «La decisione - spiegano dalla Bce - è in linea con le prassi delle autorità di emissione e servono innanzitutto a far sì che i nuovi biglietti rispondano ai requisiti di sicurezza».