Vicini all'intesa i due consorzi che si contendo l'appalto del progetto

E questo potrebbe garantire anche all'Italia una consistente fetta dei finanziamenti, che potrebbero finire negli impianti abruzzesi di Telespazio. La Gju (Galileo joint undertaking, responsabile del programma e costituita dall'Agenzia spaziale Ue e dalla Commissione europea) ha già rinviato un paio di volte la data di annuncio del vincitore della gara, constatando che le offerte dei due consorzi sono testa a testa nella qualità delle offerte, e sicuramente anche per quel che riguarda le pressioni che i vari governi stanno esercitando in loro favore. Si tratta di una constatazione ampiamente condivisa tra i responsabili dei due consorzi: da una parte Eurely, formato da Sifi.Mi (Finmeccanica), dalla francese Cgep.Pa (Alcatel), dalle spagnole Aena e Hispasat; dall'altra iNavSat, formato da Ead.Pa del colosso aerospaziale franco-tedesco Eads, dalla francese Thales Tcfp.Pa e dalla britannica Inmarsat. Che un'alleanza organica tra i due consorzi, se non una fusione, sia nell'interesse generale lo ha sottolineato anche ieri il numero uno di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. Di questo parere sarebbe anche il francese Jacques Barrot, commissario europeo ai Trasporti, che non si è opposto allo slittamento della gara necessario per dar tempo ai due consorzi di stringere un accordo. In questo modo la cooperazione tra i due consorzi - o la loro fusione - sarebbe assicurata anche se l'accordo dovesse essere ufficialmente annunciato dopo la proclamazione formale di un vincitore della gara. Il tempo ormai stringe se si vuol rispettare il programma: mettere in orbita a novembre il primo dei trenta satelliti del futuro sistema europeo destinato ad affrancare l'Ue dal Gps americano. Galileo dovrebbe essere operativo nel 2008 con i suoi 30 satelliti e una fitta rete di stazioni a terra. La fase di lancio dei satelliti costerà 2,1 miliardi, di cui 700 milioni a carico dell'Ue. I costi di gestione del sistema sono di 220 milioni l'anno, ma con la prospettiva di un mercato mondiale di 300 miliardi di euro entro il 2020, con tre miliardi di utenti che dipenderanno da Galileo per servizi che andranno dall'indicazione dell'itinerario automobilistico fino alla direzione di missioni di salvataggio, ai trasporti terrestri, marittimi e aerei, alla telefonia e alla protezione dell'ambiente. La vocazione di partenza di Galileo è civile, ma tecnicamente la porta rimane aperta anche a un futuro uso militare, di grande importanza per le forze Ue che oggi dipendono dal Gps americano.