Tariffe, retromarcia di Telecom

E così implicitamente ammette che la rimodulazione dei costi proposta all'Authority non era a costo zero per le famiglie italiane, come sostenuto dall'azienda. Di qui l'iniziativa dell'Autorità, che aveva formulato subito una serie di osservazioni. E delle associazioni dei consumatori, che hanno fatto i conti sugli effetti della manovra, scoprendo in modo inequivocabile che questa non era conforme alla norma del price cap; cioè la regola che prevede la possibilità di fare variazioni all'interno del paniere a patto però che non venga toccata la bolletta media. L'azienda di Tronchetti Provera - che ieri ha ribadito ancora una volta la correttezza della sua manovra tariffaria - però non molla, e ieri ha presentato una nuova proposta di adeguamento dei costi, limitando però le modifiche solo alle tariffe delle telefonate urbane, rimodulate dopo le indicazioni dell'Autorità per le tlc. Una proposta da far partire dal 15 gennaio prossimo, sempre che l'organismo di controllo guidato da Enzo Cheli dia il consenso. La vecchia proposta inviata da Telecom agli uffici dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni alla fine dell'anno scorso prevedeva modifiche sia sul listino fisso-mobile che sulle chiamate locali. Una manovra, sosteneva l'operatore, conforme alla norma del price cap. L'Autorità, tuttavia, fece subito degli appunti, in particolare rispetto all'anno sul quale fare riferimento per effettuare i calcoli. Le associazioni dei consumatori manifestarono invece la loro perplessità nel corso di un incontro con i tecnici dell'Autorità lo scorso 17 dicembre. A conti fatti, disse l'Intesa dei consumatori, la manovra avrebbero provocato un aggravio medio per famiglia di 37 euro. Le modifiche tariffarie sul fisso-mobile (un ribasso dello scatto alla risposta, forti aumenti nelle ore di punta e un calo generalizzato la sera e nei week end), probabilmente non finiranno però in soffitta: l'ex monopolista potrebbe infatti tornare sulla questione contestualmente al varo della delibera sui nuovi prezzi di terminazione delle stesse chiamate, vale a dire la parte della tariffa di spettanza degli operatori mobili, che dovrebbe essere approvata quest'anno dall'Authority. Nella nuova proposta, dunque, rimangono per ora solo le variazioni sulle chiamate urbane: lo scatto alla risposta sale da 6,2 a 7,87 centesimi (stessa variazione presente nella proposta di fine anno) mentre allo stesso tempo scende il costo di un minuto di conversazione nell'ora di punta (a 1,43 centesimi, contro gli 1,48 della precedente proposta e gli 1,90 che si pagano attualmente) e nella fascia ridotta (a 0,82 centesimi, come nelle variazioni originarie).